Giusto togliere le piste ciclabili? Milano è un caso

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Certo non l’ha mandato a dire: "Io avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini". Vittorio Feltri ha avviato così la campagna elettorale per le comunali a Milano. Il tema delle ciclabili è, in effetti, divisivo. In un sondaggio promosso da Confcommercio l’81 per cento dei negozianti chiede di spostare la ciclabile di corso Buenos Aires: la più criticata - e la più critica - di tutte. Tanto da far dichiarare al 92 per cento dei commercianti della zona che la sua introduzione ha avuto un impatto negativo sulla mobilità. Posizioni pregiudiziali? Il punto non è essere contro le piste ciclabili per ragioni ideologiche. Nessuno, e tantomeno i commercianti di Milano, nega che il mondo della mobilità stia cambiando e che le politiche ambientali impongano scelte coerenti e coraggiose. Lo chiede anche l’Europa del Recovery Plan. Le piste ciclabili sono una realtà in tutte le più moderne città europee e Milano non deve restare indietro. Il problema è dove le ciclabili vengono realizzate. Nell’asse San Babila-viale Monza, uno dei più trafficati di Milano, hanno creato disagi alla circolazione già durante il lockdown, quando il traffico era contenuto. E anche gli esperti sostengono siano pericolose. Prima di tutto per i ciclisti, costretti a passare di lato alle auto in sosta. Anche le ricadute economiche sul commercio sono un tema. Che andava affrontato con una concertazione mai avviata.