Mercoledì 24 Aprile 2024

Giurì per Donzelli Via alle audizioni Nordio: "Dimissioni? Richiesta velleitaria"

Ascoltati anche Orlando e Serracchiani. No comment all’uscita

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di Giovanni Rossi

"Voglio sapere se questa sinistra sta con lo Stato o con i terroristi e la mafia". Le parole provocatorie utilizzate il 31 gennaio scorso a Montecitorio dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli riecheggiano nelle audizioni del Giurì d’onore istituito dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. A richiedere il giudizio sono i parlamentari del Pd Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Silvio Lai e Valter Verini, "offesi" nella propria onorabilità dopo la visita parlamentare all’anarchico Alfredo Cospito, ristretto al 41 bis nel carcere di Sassari con mafiosi di rango.

Presidente del Giurì è il pentastellato Sergio Costa, ex generale dei Carabinieri forestali. Al Giurì spetta valutare la fondatezza delle accuse di Donzelli. La relazione finale all’aula non prevede dibattito né voto, ma i suoi effetti politici saranno di sicura rilevanza. Donzelli non è infatti un parlamentare qualsiasi. Vicinissimo a Giorgia Meloni, è anche vicepresidente del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). E l’ipotesi di una sua pubblica sconfessione – dopo l’avviso di garanzia al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per avere passato a Donzelli i documenti di "limitata divulgazione" spiattellati in aula – non lascia tranquilla la premier.

Costa secreta le audizioni. All’uscita Serracchiani rispetta le consegne: "Mi aspetto sia fatta luce", è l’unico commento. Lai e Verini non parlano, Orlando difende "la possibilità dei parlamentari di visitare le carceri". Donzelli è ascoltato nel pomeriggio per un’ora. Sul caso che lo riguarda tiene la bocca cucita, mentre applaude il Guardasigilli Carlo Nordio. Il ministro definisce infatti le dimissioni di Delmastro – invocate a sinistra e ieri dai 5 Stelle – come "aspirazione velleitaria e metafisica". E poi punzecchia la procura di Roma: "Se la qualifica della segretezza non dovesse dipendere dall’autorità che forma l’atto – cioè dal ministero –, ma dovesse essere devoluta all’interpretazione della magistratura potrebbe crearsi una problematica che dovrebbe essere risolta in altra sede" (leggi: Consulta),

Intanto Costa prende tempo. "Dopo cinque audizioni, il primo passaggio è la sbobinatura, poi occorrerà leggere e metabolizzare. Per il momento non abbiamo fissato la data per una nuova convocazione". La novità è che "non sono escluse altre audizioni".