Caso Gilardi, la svolta: omicida tradito dal chewing gum trovato dieci anni fa

Aosta, il giallo sembrava irrisolvibile. Poi il dna nella gomma da masticare: appartiene a uno dei quattro indagati per l’omicidio del pensionato

Giuliano Gilardi

Giuliano Gilardi

Aosta, 21 gennaio 2022 - L’omicida incastrato dalla gomma da masticare a dieci anni di distanza. Un caso che sembrava irrisolvibile, e per questo archiviato anni fa, è stato riaperto dalla procura di Aosta, perché la sua soluzione pare ora più vicina. Tutto grazie alla scoperta del dna presente sulla gomma da masticare trovata nel letto di Giuliano Gilardi, un pensionato di 60 anni, nel giorno in cui fu ucciso a coltellate in casa sua, il 27 dicembre del 2011 a Senin di Saint-Christophe, poco fuori Aosta.

Ebbene, secondo le analisi compiute sul campione, quel dna appartiene a Salvatore Agostino, uno dei quattro indagati nel fascicolo per omicidio riaperto dieci anni dopo l’omicidio del pensionato della Cogne acciai speciali. Il raffronto è stato condotto basandosi su una sequenza genetica estrapolata dal chewing gum che fu ritrovato già all’epoca dei fatti.

È quanto emerge dalla perizia svolta dalla genetista incaricata dal gip di Aosta nell’ambito dell’incidente probatorio e ora a disposizione delle parti in vista dell’udienza del 3 febbraio prossimo. Salvatore Agostino, 61 anni, operaio edile e pregiudicato, si è sempre dichiarato estraneo al delitto. Gli altri tre indagati per omicidio aggravato in concorso tra loro sono l’ex compagna di Gilardi, Cinzia Guizzetti, titolare di un bar nel centro storico di Aosta e che fu anche la principale indiziata del delitto nell’inchiesta che era poi stata archiviata nel 2014, l’ex marito di quest’ultima, Armando Mammoliti un artigiano edile, e Domenico Mammoliti, operaio edile anche lui già noto alle forze dell’ordine. Per loro tre le analisi del dna svolte nelle settimane subito dopo l’omicidio avevano dato esito negativo e quindi non sono state oggetto nell’incidente probatorio di questi ultimi mesi.

All’epoca dei fatti, la Guizzetti e il marito si stavano separando e lei da alcuni mesi era diventata la compagna del pensionato, infatti fu proprio la donna a scoprire il cadavere quella mattina e a dare l’allarme. Dopo l’archiviazione del fascicolo del 2014, il caso è stato riaperto nell’aprile dello scorso anno, quando i carabinieri di Saint-Vincent hanno portato agli inquirenti nuovi elementi e il procuratore capo, Paolo Fortuna, ha affidato il fascicolo ai pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi. Di qui la richiesta di incidente probatorio al gip e la scoperta di tracce di dna che potrebbero rivelarsi decisive.