di Giulia Prosperetti Dopo la pausa imposta dalla pandemia, le città d’arte italiane tornano a fare i conti con il problema dell’overtourism. E mentre, con i numeri record registrati nel fine settimana di Pasqua, il settore tira un sospiro di sollievo, il tema della sostenibilità turistica si fa strada nell’agenda politica. Definita nel 2018 ‘la capitale mondiale del sovraffollamento turistico’, con un rapporto di 73,8 turisti per abitante fra centro storico e terraferma, è Venezia a inaugurare il nuovo corso del turismo ‘smart’. In soccorso dei residenti esasperati dall’ingestibile orda di visitatori arriva la tecnologia. Già dotata di un’avveniristica ‘Smart Control Room’ messa a punto nel 2020 da Tim e Venis in collaborazione con il Comune, la città lagunare punta ora a contingentare gli ingressi. Nella centrale di controllo dell’Isola del Tronchetto convergono attualmente tutte le informazioni raccolte dai sensori e dalle videocamere di sorveglianza installate in città, oltre ai dati sul trasporto pubblico, sul numero di barche nei canali, e sul numero dei visitatori presenti determinato attraverso l’accesso alle celle telefoniche. Un sistema che, nella notte di Pasqua, ha fatto emergere la presenza di 40mila ‘turisti fantasma’ non registrati ufficialmente in strutture ricettive. E così la città ha deciso di correre ai ripari. Entro l’estate – ha annunciato l’assessore al Turismo della città di Venezia, Simone Venturini – prenderà il via il sistema di prenotazione per chi arriva nel centro storico della città. La sperimentazione prevede una prenotazione facoltativa agganciata a degli incentivi, come ‘stress test’ dell’infrastruttura informatica che funzionerà a pieno regime dal 2023 quando si passerà al pagamento di un ticket per visitare la città lagunare. L’idea del sindaco Luigi Brugnaro è di arrivare entro un paio di mesi a una piattaforma informatica che registrerà i nominativi di chiunque intenda accedere a Venezia. Il ‘modello Venezia’ è già ...
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