Martedì 16 Aprile 2024

Cesare Benedetti, una vita da gregario

Cesare Benedetti vince a Pinerolo (ANSA)

Italian rider Cesare Benedetti of team Bora, celebrates after crossing the finish line to win the twelfth stage of the Giro d'Italia cycling race, over 158 km from Cuneo to Pinerolo, Italy, 23 May 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Pinerolo, 23 maggio 2019 - E’ accaduto altre volte, è accaduto di nuovo. Ed è accaduto spesso anche lontano dai palcoscenici sportivi, forse a ognuno di noi. Ognuno di noi è stato infatti almeno una volta gregario ma anche per i gregari viene prima o poi il momento giusto. A condizione di non sentirsi troppo gregari. E’ accaduto nella mitica tappa Cuneo-Pinerolo, quella di Fausto Coppi, che contrariamente ai pronostici sull’affermazione di un big ha visto trionfare un ragazzo di 31 anni, Cesare Benedetti, un signor nessuno, i cui massimi risultati erano stati 107esimo al Giro d’Italia del 2012 e e 128esimo al Tour de France del 2016. Un carneade, uno pagato, probabilmente anche poco, per far vincere gli altri. Eppure Benedetti ha vinto, e ha vinto alla grande, non per un colpo di fortuna. "Ho finalmente avuto carta bianca di attaccare dai miei dirigenti e ho sfruttato il mio momento", è stato il suo commento. Ecco, la storia di Benedetti ci fa riflettere su quante volte la vita ci offre occasioni inattese e sulla capacità che ci chiama a mostrare per "sfruttare" queste occasioni. Come appunto ha spiegato. In tutti i settori ci sono i campioni, quelli predestinati per il talento di cui il destino ha voluto riempirli, ma ci sono anche i più normali, più simili a noi, che ogni tanto possono vincere la loro tappa e mostrare di non volere, e meritare, una vita da gregario. Gregario è, chi gregario si sente.