Genova, 14 giugno 2024 – Giovanni Toti resta agli arresti domiciliari. Il gip Paola Faggioni ha infatti respinto la richiesta di revoca della misura di custodia cautelare per il governatore della regione Liguria, indagato per corruzione, voto di scambio e falso nell’ambito di una maxi inchiesta dei magistrati genovesi. Ieri la procura aveva depositato parere negativo alla remissione in libertà o all’attenuazione della misura. Toti si trova ai domiciliari dal 7 maggio scorso e da allora le sue funzioni di presidente della Regione sono sospese.
Le motivazioni: il pericolo di reiterazione dei reati
Per il giudice "è evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che l'indagato possa reiterare analoghe condotte criminose - peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto - in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi" si legge nel provvedimento. Tale pericolo, a dire del gip, "si configura vieppiù concreto" se si considera che Toti "continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti".
Toti infatti non si è mai dimesso dalla carica di governatore. “E’ anche particolarmente significativo – continua la gip – il fatto che, nel corso delle indagini, erano emerse, sia da parte di Spinelli che di Moncada, richieste di interessamento a Toti anche in relazione ad ulteriori pratiche amministrative coinvolgenti competenze regionali: Moncada, in alcune conversazioni con Toti ha fatto riferimento all'apertura di ulteriori punti vendita Esselunga a Savona e Rapallo; Spinelli ha fatto pressanti richieste di intervento del governatore anche con riferimento all'approvazione del nuovo piano regolatore portuale" si legge nell'ordinanza. "Rimane, pertanto, il pericolo concreto che l'indagato possa continuare ad agevolare gli interessi di tali gruppi imprenditoriali".
Il rischio di inquinamento delle prove
Ma per Faggioni non c’è solo il pericolo di reiterazione del reato, che è una delle conditio per mantere la misura cautelare, esiste anche un rischio di “inquinamento probatorio”, vista anche la “particolare fase del procedimento, in cui le indagini sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall'indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi". Anche in questo caso il rischio “si profila, chiaramente, in modo particolarmente elevato ove l'indagato riprenda l'esercizio delle funzioni svolte”.
Il ruolo di Moncada e Spinelli
Come si legge, Faggioni nelle sue motivazioni, cita altri indagati dell’inchiesta, in particolare Francesco Moncada, ex consigliere del cda di Esselunga, ancora sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale, reo, secondo la procura di aver sostenuto la campagna elettorale di Toti con 120mila euro – sotto forma di pubblicità – per ottenere lo sblocco di due pratiche pendenti in Regione per dei supermercati. L’altro indagato chiamato in causa dal gip è l’imprenditore edile Aldo Spinelli, accusato di aver contribuito alle spese elettorali di Toti in cambio di favori (in particolare concessioni).
Le “condotte criminose” di Toti
Nel dettagliare le “condotte criminose” che, a detta del giudice, si ripresentano con le stesse modalità”, il gip precisa che traspare la “evidente la sistematicità del meccanismo corruttivo reiterato in un notevole arco temporale". Il riferimento è “a ciascuna delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell'arco della presente indagine (circa 18 mesi) - elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023)”. In tutto questo tempo “l'indagato, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, promessi e concretamente erogati. Tale meccanismo è stato accertato con riferimento a due diversi imprenditori, gli Spinelli e Moncada”.
La versione di Toti
Durante l’interrogatorio dei pm, Toti si è dichiarato innocente e ha consegnato una sua memoria di 17 pagine. "Ho sempre cercato di perseguire l'interesse pubblico”, si è difeso. Spiegava il suo avvocato, Stefano Savi. “Toti non promette qualcosa a Spinelli fa un'attività di mediazione. Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci”. Toti "afferma di aver fatto ciò che ha fatto in altre centinaia di casi, di cui faremo un elenco, sia per chi ha contribuito ai suoi Comitati sia per chi non lo ha fatto, perché guardava all'interesse pubblico che era di agevolare gli investimenti in Liguria”.