Giovanni Falcone, le frasi del giudice che non si piegò alla mafia

A 26 anni dalla morte, vogliamo celebrare la sua vita spesa a combattere le mafie fino alla fine Strage di Capaci, 26 anni fa l'attentato a Giovanni Falcone

Giovanni Falcone (Ansa)

Giovanni Falcone (Ansa)

Capaci, 23 maggio 2018 -  Si chiamava Giovanni Falcone. Era un giudice che aveva scelto di non arrendersi alla realtà della mafia e di lottare fino alla fine per la giustizia e per la legalità. Anche se di Falcone dovremmo ricordare soprattutto le azioni, la sua grande personalità e la sua capacità di 'raccontare' (anche se con poche parole) la mafia, lo Stato e la giustizia, hanno fatto in modo che di lui rimanessero nella storia alcune frasi divenute nel tempo estremamente celebri, quasi dei motti, per l'Italia in generale e per il mondo dell'antimafia in particolare. Assassinato con un ordigno esplosivo nella strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove perirono anche la moglie, Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Falcone ha lasciato il segno nelle menti e nei cuori del nostro Paese. D'altra parte, come diceva lui: "Gli uomini passano, le idee restano".

LE FRASI

"Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."

La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” 

"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza"

Alla domanda di un giornalista ["Ma chi glielo fa fare?"]. "Soltanto lo spirito di servizio".

"È tutto teatro. Quando la mafia lo deciderà, mi ammazzerà lo stesso"

"La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione". 

(da 'Cose di Casa nostra')

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.” 

“Ci si dimentica che il successo delle mafie è dovuto al loro essere dei modelli vincenti per la gente. E che lo Stato non ce la farà fin quando non sarà diventato esso stesso un modello vincente”. 

"Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare".

"La mafia [...] già da molto tempo funge da modello per la criminalità organizzata. Ne consegue che questa sostanziale unitarietà del modello organizzativo consente di utilizzare il termine mafia in senso ampio per tutte le più importanti organizzazioni criminali".