Venerdì 19 Aprile 2024

Giovani sfruttati "Ho lavorato, ora pagami" E il ristoratore la picchia

Una lavapiatti è stata presa a calci e pugni per aver chiesto lo stipendio. La lite è stata filmata tramite una diretta social: la donna è finita in ospedale

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di Nino Femiani

SOVERATO (Catanzaro)

Una ragazza nigeriana, che lavora come lavapiatti in cucina, chiede al datore di lavoro di essere pagata. Per tutta risposta viene presa a calci e pugni e insultata. Accade nel ristorante di un lido balneare di Soverato (Catanzaro): qui Beauty, 25enne nigeriana, sposata e con una bimba di quattro anni, lavora da alcune settimane per potersi mantenere dopo aver terminato il percorso di accoglienza in uno Spar. È però un lavoro massacrante: dieci ore al giorno pagate 600 euro, che non le permette di stare accanto alla figlia. E decide di licenziarsi per cercarne uno meno gravoso. Quando va dal titolare dello stabilimento per ottenere il restante salario (ha incassato solo un anticipo di 200 euro), riceve per tutta risposta botte e insulti.

A denunciarlo, con tanto di video postato su Facebook, è l’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria. Nelle immagini si vede la nigeriana che affronta il proprietario del ristorante. "Dove sono i miei soldi?", chiede la donna. "Il pagamento? Poi vediamo", è la risposta dell’uomo, forse indispettito dalla decisione di Beauty di andare via. Di fronte alle insistenze della sua ex dipendente, gioca la carta della intimidazione per farla allontanare dal locale: "Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri", dice l’uomo. Ma Beauty ribadisce: "Io non vado via senza i miei soldi". A questo punto il ristoratore si accorge che la conversazione è trasmessa in diretta sui social e perde le staffe. Prima spinge la giovane, poi l’aggredisce a pugni e calci, tirandole anche i capelli. Infine, cerca di distruggere lo smartphone per interrompere la trasmissione che diventa sconnessa e sfocata. Ma ormai la vicenda è già di dominio pubblico.

Il confronto tra il ristoratore calabrese e l’ex dipendente diventa oggetto di un’indagine dei carabinieri di Soverato che sentono entrambi. Ma le immagini sono inequivocabili, così come lo sono la frattura al dito, le escoriazioni e i lividi che la nigeriana si fa refertare in ospedale. "Prendiamo in maniera decisa le distanze dall’episodio di violenza. Soverato ha fatto dell’accoglienza il suo tratto distintivo ed esprimiamo piena solidarietà alla vittima dell’aggressione. Rimaniamo in attesa che le forze dell’ordine facciano chiarezza sull’accaduto, convinti che nessun motivo possa giustificare prevaricazioni e violenze nei confronti di alcuno", afferma il sindaco Daniele Vacca.

Il sindacato dei lavoratori del terziario Filcams Cgil della Calabria parla di "diritti calpestati e di vergogna" e descrive l’episodio come paradigma del far west nel settore turistico. "Questa situazione ha dei responsabili: chi deve occuparsi di far rispettare le regole si gira sempre da qualche altra parte". Il segretario regionale di Fisascat Cisl Calabria, Fortunato Lo Papa, propone "un Patto per il lavoro, come quello sottoscritto in Liguria, che permetterebbe di mettere in rete le imprese serie con l’Ispettorato del lavoro e l’Inail".