Chi è Giorgio Lattanzi, nuovo presidente della Corte Costituzionale

Esperto di diritto penale e processuale, ha lavorato 20 anni come giudice in Cassazione. Dal 2010 era membro della Consulta

Giorgio Lattanzi, neo presidente della Corte Costituzionale (Ansa)

Giorgio Lattanzi, neo presidente della Corte Costituzionale (Ansa)

Roma, 8 marzo 2018 - Settantanove anni, cavaliere al merito della Repubblica, Giorgio Lattanzi è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Il magistrato romano è stato eletto con 12 voti (una scheda bianca, assente Giuliano Amato per impegni all'estero) dal collegio dei giudici ed ha a sua volta indicato i vicepresidenti Aldo Carosi, Marta Cartabia, Mario Rosario Morelli. Proprio la Cartabia era in lizza per la presidenza con Lattanzi: sarebbe stata la prima donna alla guida della Consulta, peraltro scelta nella giornata dell'8 marzo. Giudice costituzionale dal 2010, Lattanzi era vicepresidente vicario della Consulta dal febbraio 2016: succede a Paolo Grossi e resterà in carica fino al dicembre del 2019, quando scadrà il suo mandato di giudice costituzionale. 

LA CARRIERA - Magistrato dal 1964, Giorgio Lattanzi passa gran parte della sua carriera in Corte di Cassazione, dove entra nel 1985 come giudice. Ci resta per 11 anni e poi vi ritorna dal 2001 al 2010, fino al momento in cui viene eletto giudice alla Consulta. Nel mezzo gli anni trascorsi al ministero della Giustizia come capo dell'ufficio affari penali (dal 1996 al 2001, governi Prodi, D'Alema e Amato). Dal 1982 al 1989 del resto Lattanzi aveva coordinato i lavori per la stesura del nuovo codice di procedura penale: in via Arenula poi aveva già lavorato negli anni '70 in qualità di addetto all'Ufficio legislativo. 

Esperto di diritto e procedura penale, è autore di numerose pubblicazioni in materia: è stato anche membro di numerose Commissioni ministeriali in materia penale e processuale penale, oltre che presidente dell'Osservatorio sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati.

Durante gli anni al Ministero, Lattanzi ha partecipato ad attività internazionali, plurilaterali e bilaterali, incontri intergovernativi e a lavori dell'Unione europea, dove ha guidato la delegazione italiana del Comitato competente sulle materie della Giustizia e degli Affari Interni. Ha partecipato alla negoziazione per il rilascio dagli Usa di Silvia Baraldini, l'attivista italiana del Black Panther Party, condannata negli Stati Uniti per "associazione sovversiva", e alle trattative iniziali per il mandato di arresto europeo.

Eletto alla Consulta il 19 novembre del 2010 dai magistrati di Cassazione, viene nominato vicepresidente nel 2014. Nel 2016 è presidente vicario: oggi l'elezione a presidente.