Mercoledì 24 Aprile 2024

Giorgia non si arrende: "Trappola a tavolino"

La Meloni interviene ancora sull’inchiesta di Fanpage. "Giovedì andrò in tv da Formigli solo se mi verrà consegnato tutto il girato"

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di Elena G. Polidori

Dalla "polpetta avvelenata" alla trappola, ordita "scientificamente, a tavolino" per screditare un partito. Giorgia Meloni ieri era una furia. Con un video di 7 minuti, che ha rotto il silenzio elettorale e che lei ha chiesto ai militanti e ai simpatizzanti di "diffondere", ha tentato di contrattaccare alla messa in onda dell’inchiesta di Fanpage che ha costretto l’eurodeputato Carlo Fidanza ad autosospendersi e la Procura della Repubblica ad aprire un fascicolo sull’ipotesi di reato di finanziamento illecito al partito e riciclaggio. "Era tutto studiato – ha attaccato la Meloni – scientificamente, a tavolino: Mimmo Lucano è un eroe perché è uno di loro, Fidanza è stato condannato senza neppure un’indagine". "Capiamoci – ha proseguito – le immagini hanno colpito anche me, per questo voglio vedere tutte le 100 ore di girato, per andare a fondo nella vicenda perché dalle nostre parti siamo parecchio rigidi sulle regole di comportamento dei nostri dirigenti". Poi, però, è ripartita a testa bassa, accusando gli autori dell’inchiesta di aver "montato i pezzi a proprio piacimento", rifiutandosi "di mostrare quanto accaduto senza i tagli: è legittimo far uscire scientificamente questo materiale a due giorni dalle elezioni senza che tu abbia il tempo per difenderti?".

Di sicuro, la videoinchiesta di Fanpage (che ha documentato come esponenti del suo partito abbiano condotto la campagna elettorale a Milano, tra presunti finanziamenti in nero e pressioni dei gruppi di estrema destra) potrebbe aver avuto contraccolpi nelle urne e dunque per la Meloni non ci sono dubbi: "È tutto frutto di una macchinazione messa in atto da un intero circuito, o circo, se vogliamo. Ho chiesto di avere l’intero girato per sapere esattamente come siano andate le cose e come si siano comportate le persone coinvolte per agire di conseguenza – ha chiosato Meloni – il direttore di Fanpage ha risposto che la mia richiesta è oscena. Che cosa c’è che non si può mostrare in quei video? Che cosa c’è che non devo vedere?".

Meloni quindi non molla. Quel video è stato piazzato "in prima serata a due giorni dalle elezioni, in modo tale che finissero sui giornali nel giorno di silenzio elettorale". E così emerge la vera preoccupazione della leader: "Quando loro possono parlare di te e tu non puoi difenderti, quando le persone devono decidere se votarti o no il giorno successivo", allora non può essere una coincidenza.

Ecco, quindi, il finale: "Gli unici a dovermi giudicare sono gli elettori, al netto di nostro Signore, a loro affidiamo il giudizio". Le urne, tuttavia, saranno già chiuse e i risultati conclamati quando, giovedì prossimo, la leader di Fd’I potrebbe partecipare a Piazzapulita, dove è stata invitata da Corrado Formigli per un confronto faccia a faccia con il direttore di Fanpage.