Mercoledì 24 Aprile 2024

Giorgia Meloni Debutto a Cernobbio Destra di governo, prove tecniche

La leader di Fratelli d’Italia domani incontra il gotha della finanza. E sarà attenta a rassicurare sui conti

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Bruno

Vespa

Conosco bene il mondo di Cernobbio. Ho frequentato il Forum Ambrosetti per più di un decennio quando c’era ancora il mitico Alfredo che nel ’75 si inventò sul lago di Como un prestigioso luogo di incontro tra i grandi imprenditori, leader politici ed economisti internazionali. Ho visto gli imprenditori adorare le star della politica per poi annegarle regolarmente nella delusione. Ho visto Gianroberto Casaleggio accolto come il Signore che apparve agli Undici sui monti della Galilea, parlò e scomparve: nessuno ebbe modo di avvicinarlo. Né il Signore, né Casaleggio.

Domani tocca a quella che fu "la ragazza della Garbatella", che è molto cresciuta, ha una sua autorevolezza e soprattutto ha ottime possibilità di diventare alla fine del mese prossimo presidente del Consiglio dei ministri.

Cernobbio non è il suo mondo. C’è la grande impresa e la grande finanza che lei non ha mai amato e che certo non l’ha amata. Non è da prevedere, tuttavia, un campo ostile. Semmai una grande e legittima curiosità. Giorgia Meloni è da un anno e mezzo l’unica leader d’opposizione al governo Draghi.

Il mondo di Cernobbio porta con qualche ragione il lutto per la caduta di quel governo, ma domani si troverà davanti la protagonista di una storia curiosa: l’affinità tra Meloni e Draghi è paradossalmente maggiore di quella che il presidente del Consiglio ha con molti componenti della sua maggioranza.

A “Giorgia” “Mario” riconosce due doti che in politica sono merce rara: coerenza e lealtà. Non è un segreto che lei avrebbe preferito che lui governasse fino a marzo affrontando con la sua esperienza e il suo carisma il tremendo autunno che ci aspetta, con allegata la legge di bilancio.

Aspettarsi dalla Meloni una continuità con Draghi sarebbe irreale e nemmeno giusto: che senso avrebbe avuto una opposizione ai tre governi di questa legislatura se non ci fosse un cambiamento ben percepibile? Eppure domani non c’è da aspettarsi un discorso rivoluzionario. Tutt’altro.

La Meloni è attentissima a non spararla grossa sulle promesse economiche: toccherebbe forse a lei doverle mantenere. L’uditorio si aspetta di essere rassicurato sulla qualità delle cinture di sicurezza da indossare nei prossimi mesi. Il fatto che la signora abbia dato parere favorevole sul rigassificatore di Piombino dove c’è un sindaco di Fratelli d’Italia che vi si oppone fortemente è un buon segnale. E forse farà delle aperture su trivellazioni e nucleare gradite al mondo economico.

D’altra parte fino a quando potremo accettare che tutto il gas dell’Adriatico vada alla Croazia e di star fermi sul nucleare di ultima generazione quando anche il Giappone (quello di Hiroshima e Fukujjma) sta progettando le nuove? Vogliamo pensare alle bollette del futuro?