Venerdì 19 Aprile 2024

Giorgia, conservatrice eretica L’anima sociale della destra

Il percorso della premier, dalla gioventù post missina degli anni Ottanta a Palazzo Chigi. La sezione di Colle Oppio, l’attenzione a ecologia e immigrazione, il fastidio per il folklore becero

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di David Allegranti

Giorgia Meloni è la prima donna presidente del Consiglio, è di destra e usa sempre la parola Nazione. Non Paese. Occorre "dare a questa Nazione un nuovo governo", diceva ieri al Quirinale. Accanto a lei, gli ingombranti alleati (con Silvio Berlusconi opportunamente messo in modalità aereo).

Dal centro destra siamo passati alla destra centro risparmiandoci peraltro il dibattito sul trattino, che è prerogativa del centro-sinistra e del Pidì. Dalla rivoluzione liberale (mancata) si passa alla conservazione. La leader di Fratelli d’Italia ha trascorso gli anni più recenti a cercare di creare qualcosa che in Italia non è mai esistito, un autentico partito conservatore. Perché? "La risposta migliore resta quella del Gattopardo", ci dice il politologo Marco Tarchi: "Nessuno si è voluto mai caricare di un’etichetta così ingombrante, dall’illuminismo in poi, ma molti di fatto hanno puntato su quel versante. E, dopo il 1945, conservatore era diventato un sinonimo di ‘complice del fascismo’".

Negli Stati Uniti c’è il Gop, il Partito Repubblicano che è rimasto trumpizzato nonostante Donald Trump non sia più presidente (ma nel 2024 potrebbe ricandidarsi), in Gran Bretagna ci sono i Tory, che vivono un momento di scarsissima lucidità dopo le dimissioni della premier Liz Truss appena 44 giorni dopo la sua nomina. Il mondo anglosassone vanta una gloriosa tradizione politico-culturale ispirata al conservatorismo, a noi sono sempre mancati i Russell Kirk che canonizzassero le qualità di una mente conservatrice. Esiste dunque un conservatorismo liberale, uno libertario, uno nazionale, persino uno neocon e un altro teocon.

Meloni di libertario non ha niente e lo rivendica. La sua è una destra sociale, sviluppatasi grazie al maestro politico Fabio Rampelli nella sezione di Colle Oppio. Una sezione politicamente eterodossa, al punto tale che all’epoca veniva considerata persino "di sinistra", con tutta quell’attenzione ai temi ambientali e sociali, oggi rivendicati da Rampelli, che una volta ha spiegato perché lo infastidiscono tutti quei richiami al passato nero di Fratelli d’Italia. "Ero segretario del Fronte della gioventù quando un comitato dei Parioli capeggiato da due parlamentari missini cercò di assaltare il suo centro per malati di Aids a Villa Glori. Io portai tutti i ragazzi del giovanile del Msi dentro il centro, per difenderlo. Il Fdg contro il Msi…, una pagina memorabile di una gioventù che era stufa della destra becera", ha ricordato Rampelli, che negli anni Ottanta fondò insieme allo scomparso Paolo Colli l’associazione ambientalista "Fare Verde" e che in più di un’occasione ha preso posizioni divergenti rispetto al centrodestra (per esempio sul nucleare).

Il becerume esiste ancora. Solo che nel 2022 a far spavento non sono i fascisti immaginari, bensì i russo-beceri molto ben disposti nei confronti del Cremlino. "A Meloni è rimasto addosso, della destra, il senso del dovere, della responsabilità, della lealtà e dell’onestà", ci dice Achille Totaro, ex parlamentare di lungo corso di Fratelli d’Italia: "Tutte cose che abbiamo vissuto negli ambienti della destra politica. Poi però ci sono altri aspetti, meno noti, che provengono dalla storia della sezione di Colle Oppio, guidata da Rampelli, dove Meloni è cresciuta. Un sezione storica, considerata quella più di sinistra nel mondo della destra politica, perché su certe battaglie – come l’ecologia, la difesa ambiente – era all’avanguardia. Ma penso anche all’immigrazione".

E dice ancora Totaro, che conosce bene quella storia perché l’ha vissuta: "Era una sezione che rifiutava razzismo e discriminazione. Anzi, da quelle parti si pensava che gli immigrati che arrivavano qui fossero sfruttati da un certo tipo di colonialismo e capitalismo; erano vittime, non persone da trattare male. Mi ricordo che in quella sezione Rampelli e gli altri facevano raccolta di aiuti umanitari per quei poveracci, rifiutando quindi un certo stereotipo della destra, che pure esisteva. Giorgia Meloni ha vissuto in quegli ambienti in cui era molto sentita la difesa sociale dei più deboli. Non erano posizioni facili da tenere, a quei tempi, perché minoritarie nella destra. Ma la domanda che si facevano era: perché mai essere trucidi nei confronti degli immigrati?". Il conservatorismo sociale di Meloni è arrivato al governo.