Martedì 23 Aprile 2024

Caronia, il papà di Gioele riconosce le scarpette blu. Pm: "C'è già una pista chiara"

Cavallo: "I resti sono compatibili". Intanto prelievo del dna sul papà Daniele Mondello, che afferma: "Dubbi su metodi ricerche". Confermati i due certificati medici rinvenuti nell'auto della donna. Ma il marito: "Non era in cura"

Il post su Facebook di Daniele Mondello

Il post su Facebook di Daniele Mondello

Messina, 20 agosto 2020 - Si cerca di fare luce nel giallo di Caronia (Messina). Sarà eseguita tra domani pomeriggio e sabato mattina l'autopsia sul corpicino del bambino, i cui resti sono stati ritrovati ieri mattina nel bosco, ma intanto già oggi il procuratore capo Angelo Vittorio Cavallo ha confermato: "I resti umani ritrovati ieri mattina sono compatibili con Gioele". E ha specificato che "a volte anche da pochi resti si possono capire molte cose". Intanto "non è escluso - ha continuato il pm -che Viviana Parisi e Gioele siano morti nello stesso punto".  E ha sottolineato: "Il corpo del bimbo non è mai stato spostato, semmai l'ipotesi è che gli animali ne abbiano disperso i resti". 

Il bimbo di 4 anni, infatti, è scomparso il 3 agosto assieme alla madre, trovata morta qualche giorno dopo. A confermare la tesi dei resti compatibili sarebbero anche gli indumenti ritrovati accanto, fra cui anche un paio di scarpette blu, il colore che la mamma Viviana aveva scelto per il suo Gioele. E nel pomeriggio questi indumenti sono stati mostrati al padre di Gioele, Daniele Mondello che ha riconosciuto le scarpine blu del figlio. Sul genitore viene eseguito anche un prelievo per l'esame del Dna sui resti del piccolo, così da fugare ogni dubbio che si tratti di Gioele.

Intanto, da ieri sono stati trovati altri resti umani nella zona attorno al luogo del ritrovamento del corpicino del bambino: si tratti di alcune costole e scapole. Adesso toccherà al medico legale, Elvira Spagnolo, la stessa che ha eseguito l'esame autoptico sul corpo di Viviana Parisi, capire le cause di morte del bambino. Tutte le ipotesi restano aperte ma "dai periti una pista chiara c'è già stata data", assicura Cavallo. Tra le piste quella dell'omicidio-suicidio. ."Noi stiamo procedendo per questo tipo di reati - spiega Cavallo nel tardo pomeriggio -; questi reati rimangono ancora iscritti, naturalmente a carico di ignoti, ma e' chiaro che sono queste le ipotesi".

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Il pm: "Una pista c'è stata data"

Dopo i ritrovamenti dei resti di ieri, si cerca di ricomporre il puzzle sul giallo di Caronia e una una pista c'è già. "Noi non aspettiamo i 90 giorni per avere i risultati scritti della consulenza dei nostri periti - ha spiegato il procuratore Angelo Cavallo -. Loro ci dicono immediatamente quello che, secondo loro, è successo. Già ce lo hanno detto. E posso dire che loro delle certezze le hanno a loro modo comunicate, riservandosi all'esito di accertamenti, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti, già c'è stata data". Il pm aveva già dichiarato che i resti "sono comportabili" con il piccolo Gioele e "sono stati trascinati in più punti dagli animali selvatici", ma "tutte le ipotesi" restano ancora "aperte - ha confermato Cavallo -. O una morte contestuale o una morte in momenti separati, dobbiamo verificarlo. Le emergenze più importanti arriveranno dagli accertamenti medico-legali". Ci vuole tempo: "Purtroppo per questo tipo di accertamenti ci vogliono dei tempi - ha continuato il pm -, non perché il consulente debba andare in ferie. Ad esempio, per gli accertamenti istologici bisogna rispettare una procedura di essiccazione. Se non si rispettano questi accertamenti, questi risultati non hanno valore scientifico. Quindi il tempo serve". 

I due certificati medici nella macchina di Viviana

Il procuratore Angelo Cavallo ha poi confermato che "nell'auto di Viviana sono stati trovati due certificati medici sullo stato di salute della donna" e che, su questo tema, "altri accertamenti sono in corso". Ma il marito della donna e padre di Gioele, Daniele Mondello, assicura: "Viviana non era in cura e non seguiva alcuna terapia, ha solo preso per 4 giorni due pillole e poi ha smesso lei, di sua volontà". E aggiunge: "Viviana non aveva con sé alcun bancomat e nè i 500 euro come è stato scritto".

Il papà di Gioele: "Dubbi su metodi ricerche"

"Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche". E' quanto scritto nella notte sulla sua pagina Facebook da Daniele Mondello, marito della dj torinese Viviana Parisi e papà di Gioele, il bimbo di 4 anni i cui resti - in attesa dell'esame del Dna - sono stati ritrovati ieri nelle campagne di Caronia. A rinvenirli è stato Giuseppe Di Bello, ex carabiniere di Capo D'Orlando, ormai in pensione, che proprio ieri si era unito alle ricerche dei volontari, dopo l'appello lanciato da Mondello. "Nonostante il dramma che mi ha travolto, trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato". E ha aggiunto: "Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato".

Il legale e cugino di famiglia: "Credibilità dello Stato compromessa"

"Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto "metterci una pezza". La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene". E' l'accusa di Claudio Mondello, legale e cugino della famiglia di Daniele Mondello. "Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore- scrive Claudio Mondello sui social -. E' una Italia che ci restituisce speranza".