Mercoledì 24 Aprile 2024

Gioca il Palermo? Seggi chiusi Caos e ricorsi: bufera sul Viminale

Giornata di passione nel capoluogo siciliano. Rinunciano 174 presidenti, code e ritardi fino a 5 ore. Molti non riescono a votare. Respinta la richiesta di Musumeci di prolungare il voto a oggi. Scoppia la polemica

Migration

di Elena G. Polidori

Colpa di una partita di serie C? La democrazia, a Palermo, crolla davanti al tifo per il Palermo in serie B. In Sicilia, insomma, ieri è andata in scena la più grave defezione di rappresentanti dei cittadini chiamati a svolgere un ruolo – quello di presidente di seggio – fondamentale per lo svolgimento delle elezioni. Non era mai successo in una misura così massiccia. E così ci sono volute cinque ore per dare il via alle operazioni di voto: all’appello mancavano più di 100 presidenti di seggio. "Abbiamo finito di rintracciare tutti i presidenti di seggio assenti alle 11.45 – racconta il segretario comunale Antonio Le Donne –, ma dopo un’ora una decina hanno rinunciato. In gran parte perché una volta resisi conto della responsabilità non si sono sentiti all’altezza. Li stiamo sostituendo in diretta...".

Da molte forze politiche è arrivata la richiesta di prolungare l’orario delle votazioni, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto al ministero il via libera a tenere aperti i seggi fino alle 14 di oggi, ma il Viminale ha autorizzato solo l’allungamento dell’orario alle 23. Il caso, tuttavia, resta aperto, perchè una così massiccia diserzione di presidenti di seggio, si diceva, non si era mai vista prima. A finire nel tritacarne la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, soprattutto da parte della Lega e del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli ("Ci ricorderemo per sempre di Lamorgese", ha commentato) proprio per non aver consentito, alla fine, l’allungamento dell’orario fino alla tarda mattinata di oggi, ma lei si è difesa: "La Procura valuterà eventuyali profili di reato, ma un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini".

Alla fine i presidenti che non hanno risposto all’appello sono stati 50, un’ondata di assenze che ha messo fortemente a rischio la stessa regolarità della tornata elettorale, anche se le sezioni si sono insediate tutte regolarmente. È ciò che lascia intuire Antonello Armetta, presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo: "Se a un solo cittadino è stato precluso il diritto di votare – fa presente –, le elezioni sono annullabili". I ‘disertori’, intanto, sono stati denunciati, e la Procura, che ha aperto un fascicolo con ipotesi di reato che vanno dall’interruzione di pubblico servizio al rifiuto di atti d’ufficio.

La causa delle rinunce? "Molti dicono che i soldi (280 euro, ndr) non sono sufficienti a fronte delle responsabilità che comporta fare il presidente di seggio – dicono al comune di Palermo –. Tanti altri, semplicemente, non si sono fatti trovare"."Intervengano immediatamente il Prefetto e il Viminale", ha intimato la leader di Fd’I,Giorgia Meloni, mentre per Matteo Salvini "la democrazia è a rischio".

Per una partita di calcio?Ieri il Palermo si giocava la promozione in B contro il Padova e molti, forse già con il biglietto dello stadio in tasca, non hanno voluto rinunciare al match. "Avrebbe dovuto pensarci la Prefettura a far spostare la partita", sibilavano ieri a Palermo, ma in realtà, quando la data della gara fu fissata, ben pochi avevano pensato a una fuga dai seggi di presidenti e scrutatori. In ogni caso quella accaduta ieri in Sicilia non può che essere annoverata come una pagina ingloriosa della storia politica e sociale del suo capoluogo. Ancor più se verrà appurato che è stata causata da questioni di tifo.

Gli strascichi politici (e forse anche quelli legali) comunque non mancheranno. "A Palermo ultimo disastro della amministrazione Orlando – commenta su Twitter Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia – è una cosa gravissima". Ma è stato dalla Lega, promotrice insieme ai Radicali dei quesiti referendari, che sono arrivati i commenti più duri. "A Palermo, dove sono stati arrestati dei candidati a pochi giorni dal voto, tutti dicono che il centrodestra era ed è in vantaggio. Non vorrei che ci sia qualcuno che le sta provando tutte pur di non perdere, sospetta Salvini".

"Quando non garantisci il diritto di voto a migliaia di persone – ha concluso il leader del Carroccio – o non sei capace o è una scelta voluta; è uno scandalo e uno sconvolgente furto di democrazia, una situazione indegna per un Paese civile".