
TRENTO
Saverio Tateo dovrà essere reintegrato. L’ex primario dell’ospedale di Trento, rimosso dall’incarico dopo l’esplosione del caso della 31enne dottoressa forlivese Sara Pedri, scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021, per il giudice del lavoro trentino non ha commesso alcun maltrattamento. Il tribunale ha quindi condannato l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) al pagamento, al medico stesso, delle mancate retribuzioni degli ultimi due anni. Tateo era stato licenziato dall’ospedale Santa Chiara l’8 novembre 2021, a nove mesi dalla scomparsa da Sara, ginecologa, che lavorava in quell’ospedale dall’autunno 2020. Per gli inquirenti la 31enne si sarebbe uccisa a seguito delle vessazioni
subite in corsia, gettandosi dal ponte di Mostizzolo (dov’è stata ritrovata la sua auto) nel lago di Santa Giustina. Il suo corpo, nonostante mesi di ricerche, non è mai stato, ritrovato.
"Questa è una vicenda giuslavoristica – commenta la sorella di Sara, Emanuela – e riguarda solo il dottor Tateo e l’azienda sanitaria. Sara e le altre 20 parti offese non c’entrano nulla. Noi andiamo avanti e attendiamo l’esito dell’udienza preliminare del processo penale". Emanuela non vuole però far mancare in questo momento il sostegno "alle colleghe di Sara che ancora lavorano al Santa Chiara: non arrendetevi, voglio dire a tutte, continuate a lottare non solo per voi stesse ma per diventare un esempio, infondendo fiducia e speranza in un mondo migliore". Nel processo penale per presunti maltrattamenti è coinvolta anche l’ex vice di Tateo, Liliana Mereu, ora in servizio all’ospedale di Catania. L’udienza preliminare davanti al gup di Trento è fissata per il 24 novembre. Sottolinea la propria soddisfazione l’avvocato Vincenzo Ferrante, legale di Tateo: "Riabilitata la professionalità del mio assistito".
Maurizio Burnacci