Coronavirus, Gimbe: "Indice Rt sottostimato. Siamo messi peggio di marzo"

Lo ha detto il presidente della fondazione Cartabellotta in audizione alla Commissione Sanità del Senato

Elaborazione Gimbe da casi confermati della Protezione Civile

Elaborazione Gimbe da casi confermati della Protezione Civile

Roma, 4  novembre 2020 - "In questa seconda ondata siamo messi peggio di marzo", è l'allarme che lancia in audizione alla Commissione Sanità del Senato da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. "C'è un coinvolgimento del centro sud, che ha servizi sanitari più fragili, abbiamo di fronte 4-5 mesi di inverno, c'è la pressione data dall'epidemia influenzale, il personale sanitario è meno motivato e ci sono attriti tra governo e enti locali che impediscono di prendere le misure più opportune". Secondo il presidente Cartabellotta il sistema è in ritardo nella risposta al virus: "Passano 15 giorni tra il contagio e la notifica dei casi, c'è inoltre un ritardo in molte regioni sulla notifica delle diagnosi". 

Il bollettino Cvid del 4 novembre

Indice Rt sottostimato

"L'Rt viene calcolato solo sui casi sintomatici, non è una misura tampone dipendente. Ma proprio per questo rischia di sottostimare la circolazione del virus". Cartabellotta ricorda che "l'Rt non può essere utilizzato da solo per decidere le misure, perchè è in ritardo e può essere sottostimato, deve essere valutato insieme ad altri parametri". E spiega: "Oggi abbiamo una percentuale di casi sintomatici che è di circa il 33%, quindi di fatto l'Rt non calcola il 66% del resto dei casi asintomatici". Con questo metodo "oggi valutiamo 1,7 Rt nazionale, ma se avessimo la possibilità di includere nel calcolo anche i soggetti senza sintomi avremo verosimilmente un numero molto più elevato". 

Il ritardo del dpcm porta a lockdown inevitabile

"Inoltre siamo in ritardo con i Dpcm, stiamo andando verso il lockdown totale perchè non siamo in grado di valutare gli effetti delle misure introdotte con i vari decreti. Bisogna notare che anche un lockdown totale da solo permette di ottenere una riduzione del 50% dei casi al ventottesimo giorno". C'è bisogno di più trasparenza sui dati: "La legge assegna all'Iss la sorveglianza utilizzando una piattaforma che è ad accesso riservato, i ricercatori indipendenti non possono fare nessuna ricerca ulteriore. L'altro aspetto è il monitoraggio degli indicatori del 30 aprile 2020, il report non è pubblico, periodicamente emerge attraverso organi di stampa ma è riservato. Riteniamo che rispetto al report è opportuno che vengano resi pubblici i contagi per comune, mentre ora li abbiamo solo per provincia. Inoltre si dovrebbe rendere accessibile il database in formato open data, mentre per il monitoraggio della fase 2 si dovrebbero rendere pubblici i report e i database in formato open data, ed espliciti e riproducibili i criteri per l'attribuzione del livello di rischio".

Quindi "è la strategia generale che va rivista: all'inseguimento dei numeri del giorno finiremo comunque per arrivare a un lockdown generalizzato, una preoccupazione di tutti perchè nessuno lo vuole". 

Grafico Gimbe: relazione tra incidenza per 100.000 abitanti e incremento percentuale dei casi

Grafico della Fondazione Gimbe