Gianluca Vacchi, è rivolta social: "Ritirate il docu-film sulla sua vita"

Petizione firmata da 700 utenti Amazon dopo la denuncia della domestica: "Via lui o via l’abbonamento"

Gianluca Vacchi tra Nicole Morganti (a sinistra) di Amazon e la compagna Sharon Fonseca

Gianluca Vacchi tra Nicole Morganti (a sinistra) di Amazon e la compagna Sharon Fonseca

Roma, 29 maggio 2022 - E la luna bussò su due occhiali da sole, così forte che le conseguenze sono tutt’altro che definite e ora investono anche Amazon. Parafrasando la canzone lanciata da Loredana Bertè, le dichiarazioni di Laluna Maricris Bentugon, 44 anni, filippina, stanno minando sempre più l’impero mediatico di Gianluca Vacchi, 55 anni, l’imprenditore bolognese tra gli azionisti di Ima, l’azienda di famiglia, ma soprattutto influencer da milioni di adepti e scatenato tiktoker di balli da… giardino. Un impero mediatico, ma anche economico se è vera la stima di 450 milioni di dollari del suo patrimonio.

Ma da qualche giorno la vita di Mister Enjoy, il signor godimento, è stata messa a soqquadro: prima da tre suoi ex dipendenti – la colf filippina e due capi staff sardi – che hanno fatto cause di lavoro per una serie di mancanze economiche e condizioni di lavoro infernali, chiedendo in totale 770mila euro, ora dagli abbonati di Amazon Prime Video sul cui canale streaming dal 25 maggio è disponibile 'Gianluca Vacchi: mucho màs' (il titolo spagnolo significa "molto di più" e dimostra molto della straripante personalità dell’uomo), una docuserie sulla vita sregolata di questo alfiere del piacere. In poche ore sono state già raccolte più di 700 firme di abbonati di Amazon – coalizzati su una piattaforma che si chiama "aesthetica sovietica" e che non è nuova a iniziative del genere – che chiedono che venga sospesa la trasmissione di un programma "che magnifica una persona che tratta selvaggiamente i suoi dipendenti" minacciando di ritirare il proprio abbonamento: la petizione vede l’hashtag "Vacchiout" e il motto "via lui o via l’abbonamento".

Al di là dei numeri che la raccolta di firme potrà raccogliere, ci sono una serie di commenti che accompagnano la petizione non proprio benevoli nei confronti dell’"italian youtuber": "Via gli sfruttatori", "Non abbiamo bisogno di chi considera i suoi dipendenti schiavi" e anche una proposta… culturale: "Guardiamoci i documentari di storia". L’azienda per il momento tace.

Una vita esagerata, quella di Vacchi. Dopo gli audio dell’imprenditore che sbotta contro chi non rispetta le sue regole, non prepara le punture di testosterone e non partecipa ai filmati su TikTok con minacce di multe a partire da 100 euro, una coppia sarda che lavorava nelle sue ville ha denunciato fra l’altro di essere stata pagata in nero, lui per 14 anni e lei per 10. Alla denuncia al tribunale del lavoro hanno ricevuto in cambio una denuncia penale: "Mi hanno rubato oggetti per un milione di euro" – cosa che i due negano minacciando una controdenuncia per diffamazione –, sostiene Vacchi che parla della sparizione negli ultimi mesi della loro permanenza di un modem e di un pc. Saranno i giudici a decidere sulle questioni. L’imprenditore, intanto, ha già estratto qualche asso dalla manica schierando davanti alle telecamere otto dipendenti – la sarda Laura Siazzu e sette asiatici – che hanno testimoniato quanto "il dottore sia umile e dopo che alza la voce chieda scusa". Ne vedremo delle belle. Mucho màs.