Venerdì 19 Aprile 2024

Giallo sulla fregata russa Makarov Gli ucraini: "Colpita da un missile"

Sarebbe la seconda grande nave centrata dopo la Moskva. Ma il Cremlino smentisce: "Non ci risulta nulla"

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di Alessandro Farruggia

La fregata lanciamissili Admiral Makarov, uno dei gioielli della flotta di Mosca, sarebbe stata colpita attorno alle 23 di giovedì da un missile antinave ucraino R360 Neptune mentre si trovava nel Mar Nero, al largo del delta del Danubio e a sud dell’isola dei Serpenti (ucraina ma occupata dai russi). La nave sarebbe in fiamme. In soccorso si sarebbero mosse alcune unità russe, anche da Sebastopoli. La notizia, come peraltro accadde a caldo per l’incrociatore lanciamissili Moskva che fu affondato dagli ucraini con due missili da crociera R360 Neptune, non è stata confermata dai russi. "Il Cremlino non ha alcuna informazione su navi russe colpite nel mar Nero" ha affermato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, interrogato dai giornalisti nel briefing quotidiano.

La sorte della Makarov è al momento un giallo. I servizi turchi hanno diffuso un video a scarsa risoluzione, pare filmato da una distanza di 100 km con un drone, nel quale si vederebbe la nave in fiamme, leggermente inclinata, ma la prova non è decisiva. La Nato per ora – probabilmente perché scottata dalla fuga di notizie secondo la quale avrebbe fornito agli ucraini le coordinate del Moskva prima dell’attacco con i missili Neptune – non conferma. Da notare che a sud dell’area dell’attacco si sarebbe trovato un drone americano Global Hawk, che potrebbe aver fornito la posizione aggiornata della nave russa.

La Makarov – 124 metri per 4 mila tonnellate, equipaggio di 200 uomini – è la terza e ultima costruita delle sei previste per la classi Grigorovich. È una nave più compatta rispetto alle pari grado americane, nuovissima, operativa dal 25 dicembre 2017 e sfilò con orgoglio nel luglio 2018 sula Neva, nella parata navale più importante della Russia. È dotata di aggiornatissimi radar di scoperta e di tiro ed è armata di 8 lanciatori per missili da crociera Kalibr (usati per bombardamenti a terra o antinave) o Zircon (antinave) e di 24 missili antiaerei Buk, oltre che di sistemi antisottomarino, di un canone navale da 100 mm e due cannoni a tiro rapido (10 mila colpi al minuto da due cannoncini a canne rotanti da 30 mm) che dovrebbero servire ad abbattere missili da crociera e ogni minaccia aerea ravvicinata. Ma se gli ucraini hanno ragione, i temibili cannoni automatici a tiro rapido avrebbero fallito.

Se il raid rivendicato da Kiev fosse confermato, per la flotta di Vladimir Putin sarebbe un altro duro colpo, dopo l’affondamento shock il 13 aprile scorso dell’incrociatore missilistico di casse slava Moskva e la distruzione a marzo della nave da sbarco Saratov, affondata nel porto di Berdiansk dopo essere stata colpita secondo gli ucraini da droni. Di grandi unità nel mar Nero ai russi resterebbero la Admiral Grigorovich e la Admiral Essen, gemelle della Admiral Makarov. E c’è da credere che ora più che mai verranno tenute ben a distanza dalla costa ucraina.