Giallo del Po: una donna fatta a pezzi

Resti trovati in un sacco da un passante. Le piste di Saman (sparita a Reggio Emilia), Isabella e Samira (uccise in Veneto)

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di Marco Principini

Sono affascinanti i fiumi, ma anche un po’ strani. E soprattutto hanno un rapporto particolare con gli esseri umani: a tanti di noi piace ascoltarli, in silenzio, eppure loro restano zitti, sempre. E non raccontano mai nulla dei segreti che nascondono nelle acque che trascinano a valle: e lì, a volte, ci sono anche i delitti più atroci. Un pescatore rodigino ha trovato un cadavere chiuso dentro un borsone nel corso del nostro fiume più grande, il Po, nella golena di Santa Maria Maddalena di Rovigo. Era un corpo massacrato, senza la testa, probabilmente appartenente a una donna. E non si sa da quanto tempo fosse lì, nell’acqua, e gli inquirenti non escludono neppure che possa aver fatto un lungo viaggio sul fiume quel borsone. Spesso la gente si lascia morire gettandosi nei fiumi (centinaia di casi all’anno, purtroppo) , ma ovviamente, in questo caso, non può che trattarsi di un omicidio.

Così come non può che esserci un omicidio dietro il corpo trovato 24 ore prima, a meno di 70 km in linea d’aria da Rovigo, a Maranello, nel Modenese, fiume Tiepido. Il cadavere, o meglio le ossa umane, erano dentro un sacco di cellophane. Ieri si è scoperto che lo scheletro è praticamente completo, anche in questo caso dovrebbe trattarsi di una donna, se non altro perché lì vicino sono stati trovati abiti femminili.

Di fronte a questi rinvenimenti si è fatto e si continua a fare il nome di una ragazza la cui storia ha straziato e commosso tutta Italia: Saman, Saman Abbas, la ragazza pakistana probabilmente uccisa poco meno di un anno fa a Novellara di Reggio Emilia dai suoi familiari che avevano organizzato un matrimonio combinato per lei, ma lei si ribellò e questa ribellione le è costata carissima. I genitori, uno zio e due cugini sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere: mamma e papà sono fuggiti in Pakistan, gli altri tre sono in carcere.

Ma torniamo ai cadaveri dei fiumi. Si aspetta il Dna, i carabinieri di Reggio Emilia, coloro che seguono il caso Saman, sono stati informati sia dai loro colleghi di Maranello che da quelli di Rovigo. Non c‘è nulla, al momento, che possa dire: uno di quei corpi è di Saman. Ma non c’è neppure nulla che lo escluda. Ovviamente si seguono anche altre piste: quella di Modena legata ad esempio alla scomparsa di Alessandro Venturelli, 22 anni, svanito nel nulla dal dicembre 2020. Per il cadavere del Rodigino, invece, tornano alla memoria i due delitti compiuti in Veneto e che, come per Saman, sono stati individuati gli assassini o presunti tali ma manca ancora il corpo della vittima: Isabella Noventa uccisa nel 2016 dall’ex fidanzato, la sorella di lui e un’amica: Samira El Attar assassinata dal marito nel 2019.

Adesso tocca alla scienza cercare di spiegarci qualcosa in più: i fiumi ci restituiscono di tutto – anche un vecchio carro armato dieci giorni fa sul Po – , ma i misteri dobbiamo risolverli noi.