Giacomo, una vita a Berlino "Buoni stipendi e stabilità"

A 29 anni guadagna 2.500 euro al mese: "Nel nostro Paese nulla di simile"

Migration

di Elena Comelli

Una società accogliente. Un master di alto livello, che gli ha aperto le porte di un lavoro soddisfacente e ben pagato. La libertà e i diritti. Sono questi gli ingredienti con cui Giacomo Santangelo, classe ‘93, milanese, ha impastato la sua vita berlinese, per sfornare una torta che in Italia sarebbe venuta diversa. O più probabilmente non sarebbe venuta per niente.

Come si trova a Berlino?

"Bene. Quando ci sono arrivato, sei anni fa, non sapevo una parola di tedesco, eppure non ho avuto alcun problema a inserirmi in questa società, dove tutti parlano l’inglese".

Ora l’ha imparato?

"Me la cavo, ma non benissimo. Non ne ho mai avuto strettamente bisogno. Qui nessuno te lo chiede, se lavori nel mio campo, che è quello della politica climatica internazionale. Ho fatto un master di relazioni internazionali qui a Berlino, ma prima ancora avevo fatto il triennio in Olanda, all’università di Leida. A Milano ho seguito un cursus scolastico del tutto normale, concluso con la maturità classica al Parini".

Perché ha scelto di fare l’università all’estero?

"Volevo lavorare in ambito internazionale e mi è sembrata una buona idea partire dall’Aja, con un piano di studi incentrato sulla teoria politica, l’economia, la sociologia e l’antropologia. Un possibile sbocco sarebbe stata la carriera diplomatica, ma dopo il triennio ho provato a sondare con uno stage all’Ispi e lì ho avuto la certezza che l’ambiente lavorativo italiano non facesse per me e che ci fossero troppo poche opportunità per crescere in questo settore".

Quindi ha preso la strada del master a Berlino...

"Sì, è stata una bellissima esperienza e mi sono subito innamorato della città, oltre che del mio primo compagno. Berlino è un posto molto accogliente, dov’è pieno di stranieri in ogni strato sociale e dove la gente è molto rilassata rispetto a tutte le differenze. In Germania sono considerati normali dei diritti civili che in Italia non esistono, come ad esempio il matrimonio gay, e anche in prospettiva mi sembra che l’Italia non vada nella direzione giusta per attrarre dei giovani talenti, che apprezzano la libertà di sperimentare su tutti i piani".

E così si è fermato anche dopo il master.

"Qui ci sono tantissime opportunità in ambito internazionale e io sono stato fortunato, ho trovato subito un ottimo lavoro in una società non profit che gestisce un sistema riconosciuto a livello globale di calcolo e divulgazione delle emissioni, per offrire maggiore trasparenza ad investitori, aziende, città, Stati e regioni in materia di impatto ambientale. Ho avuto subito una posizione stabile e un buono stipendio, che ora si aggira sui 2.500 euro netti al mese. In Italia non ci sono posizioni comparabili".