Giovedì 18 Aprile 2024

Ghiacciaio Monte Bianco, lo slittamento accelera. "35-40 centimetri al giorno"

I dati radar mostrano un movimento in crescita a fronte dei 30 di ieri sul Planpincieux

Scioglimento del Planpincieux, il ghiacciaio del versante italiano del Monte Bianco (Ansa)

Scioglimento del Planpincieux, il ghiacciaio del versante italiano del Monte Bianco (Ansa)

Aosta, 27 settembre 2019 -  Torna a salire il tasso di movimento verso valle del ghiacciaio di Planpincieux, sul massiccio del Monte Bianco. I dati di oggi forniti dal radar che sorveglia il ghiacciaio di Planpincieux confermano la velocità di movimento della massa di 35-40 centimetri al giorno. Lo ha riferito l'assessore al territorio della Valle d'Aosta, Stefano Borrello: "Tra oggi e domani si andrà a rifinire la taratura del sistema, che viene utilizzato dalla Regione già da una decina d'anni, per poi aumentare il livello di analisi con una precisione maggiore". 

Entro venerdì sarà resa disponibile una "viabilità alternativa di accesso alla Val Ferret" con una pista sicura, riservata ai residenti e ai titolari di attività nella zona. Ad annunciarlo è stato oggi il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, incontrando la popolazione nella sala del municipio dopo l'allerta per il possibile crollo del Planpincieux. Attualmente la strada comunale di accesso alla valle è chiusa al transito, salvo tre finestre in cui il tratto è messo sotto osservazione da parte delle guide alpine. "Vogliamo creare i minori disagi - ha spiegato - ma l'obiettivo principale resta quello della sicurezza".

Certo è che con l'atteso crollo non è detto che la situazione torni alla normalità. "Sappiamo da tempo - osserva il graciologo e climatologo Carlo Brabante dell'università Cà Foscari di Venezia - che questi 250mila metri cubi sono destinati a crollare e probabilmente lo faranno dandovita a una frana". "Ora - prosegue : bisogna capire, in base alla pendenza, in che modo franerà e se esiste il rischio concreto che enormi pezzi di ghiaccio finiscano sulle abitazioni a valle". Brabante sottolinea anche che una volta che il pezzo di ghiaccio "sorvegliato speciale" franerà a valle, i pericoli non saranno finiti. "Questo creerà una ulteriore situazione di instabilità. Quando verrà a mancare questo pezzo di ghiaccio che per molto tempo ha fatto da 'tappo' e da sostegno a quello sovrastante, potrebbero verificarsi diverse altre frane".

La situazione del Planpinciex è la logica conseguenza dei cambiamenti climatici in atto, nei quali ha un ruolo determinante il contributo antropico.  I ghiacciai sono tra i primi a subire l'impatto dell'innanzamento delle temperature. "Oramai lo zero termico - spiega il climatologo dell'università di Canmerino Massimiliano Fazzini - è sopra i 4000 metri e lo è anche nel mese in corso. In un hot spot come quello del bacino mediterraneo- caratterizzato da incremento recente delle temperature di alcuni decimi di grado superiore a quello globale- il sistema microclimatico glaciale e periglaciale risente in maniera amplificata di tale segnale termico". Fazzini evidenzia che "le stazioni meteorologiche, posizionate nell'ultimo quindicennio alle quote  sommitali del sistema alpino, indicano aumenti tra 1 e 2 gradi in questo ristretto lasso di tempo e la quota dello zero termico medio annuo si è mediamente innalzata di circa 30 metri l'anno sino a posizionarsi intorno ai 3400 metri di quota". 

Il climatologo segnala quindi le "ovvie ripercussioni" di questo scenario "sulla evoluzione degli apparati glaciali, in particolare di quelli esposti a solatio o posizionati a quote inferiori ai 3000 metri che stanno rapidamente scomparendo, nonostante un certo generale incremento delle nevicate alle quote corrispondenti". "Anche gli apparati glaciali più estesi e complessi come quelli presenti nel massiccio del Bianco purtroppo - afferma il climatologo - risentono fortemente di queste condizioni termiche".