Clima, allarme ghiacciai. Numeri choc: "Forni arretra di 48 metri, Saldura di 83". Il Pdf

Il report di Legambiente sui tredici ghiacciai alpini italiani: cambiamenti climatici cambiano profilo Alpi. "Il quadro nel complesso preoccupante indica l'urgenza di intervenire"

Il report di Legambiente

Il report di Legambiente

Roma, 10 dicembre 2021 - I ghiacciai sulle Alpi italiane mostrano "un marcato regresso dei settori frontali" a causa dei cambiamenti climatici: dal 2019 al 2020 sul settore orientale il massimo ritiro, pari a 83,5 metri, si è registrato nel Ghiacciaio di Saldura Meridionale, mentre sul settore centrale la fronte del Ghiacciaio dei Forni è arretrata di oltre 48 metri. Stessa sorte sta toccando anche al Glacionevato del Calderone, sul Gran Sasso, in Abruzzo. Non sono buone notizie ed emergono dalla seconda edizione della Carovana dei ghiacciai, la campagna realizzata da Legambiente con il supporto del Comitato glaciologico italiano (Cgi).

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Sommario

Nella foto il ghiacciaio della Marmolada
Nella foto il ghiacciaio della Marmolada

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Nel report, l'associazione ambientalista fa il punto, attraverso una serie di schede e grafici, sui tredici ghiacciai alpini italiani, incluso il glacionevato appenninico del Calderone, dopo la campagna realizzata dal 23 agosto al 13 settembre 2021. Le osservazioni sono state confrontate con i dati complessivi della campagna glaciologica 2019-2020, svolta dagli operatori del Cgi. Il quadro "nel complesso preoccupante", secondo Legambiente indica "l'urgenza di intervenire, definendo al più presto approfonditi piani di gestione e di adattamento al clima su scala regionale e locale - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale della ong - e approfondendo le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost e le conseguenze economiche della crisi climatica". La Strategia nazionale delle aree interne, aggiunge Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente, "anche attraverso i fondi europei in arrivo, potrebbe costituire un'occasione imperdibile per costruire soluzioni comuni a problemi ricorrenti, favorendo al contempo paradigmi condivisi".

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Alpi occidentali

Nel settore occidentale, l'area coperta dai ghiacciai è ancora ragguardevole (circa 160 chilometri quadrati), ma la loro distribuzione è alquanto disomogenea. Qui, spiega Legambiente, i ghiacciai si stanno fortemente contraendo e ciò si riflette anche nella riduzione del numero di ghiacciai monitorati, per estinzione degli stessi o per difficoltà nella misurazione legata alla morfologia impervia, alla loro copertura detritica e alla crescente instabilità dell'ambiente glaciale e periglaciale.

Settore centrale

Ma anche nelle Alpi centrali i ghiacciai monitorati dal Cgi (distribuiti in quattro gruppi montuosi principali) sono in ritiro e oltre la metà ha subito un arretramento della fronte di oltre 10 metri in un anno. Il ghiacciaio dei Forni, che appartiene al settore lombardo del gruppo Ortles Cevedale, è il secondo italiano in termini di estensione areale e il più esteso fra quelli vallivi. Si tratta di un trend di forte ritiro frontale di questo ghiacciaio che prosegue dal 2012 (oltre 300 metri) e supera i due chilometri di arretramento dall'inizio del monitoraggio (1895). Oltre ai ritiri frontali, i ghiacciai hanno subito una forte riduzione areale e un assottigliamento del loro spessore. Preoccupano anche i dati relativi al Ghiacciaio dell'Adamello che ha subito una forte contrazione areale ma anche un marcato ritiro della sua fronte, che ha registrato valori di ritiro oltre i 2.000 metri negli ultimi 160 anni.

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