Ghiacciai delle Alpi dimezzati in cento anni

La superficie complessiva che negli anni sessanta era di 527 kmq e ora è di 370 km: meno trenta per cento. Lo stesso accade in tutte le catene montuose. E la colpa è del cambiameto climatico

Il ghiacciaio della Marmolada (foto Ansa)

Il ghiacciaio della Marmolada (foto Ansa)

Roma, 5 agosto 2019 - Tra le prime vittime dei cambianeti climatici c'è la criosfera: i ghiacci e le nevi. nel lontano artico come sulle nostre montagne. "Nell'ultimo secolo, i ghiacciai delle Alpi hanno perso il 50% della loro copertura. Di questo 50%, il 70% è sparito negli ultimi 30 anni" osserva Renato Colucci, glaciologo del Cnr. "I ghiacciai alpini si stanno ritirando a una velocità senza precedenti in migliaia di anni - spiega -. I ghiacciai delle Alpi sotto i 3.500 metri di quota sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni. Le temperature medie degli ultimi 15 anni non ne permettono la sopravvivenza sotto questa quota". "Dalla metà degli anni ottanta, le temperature vanno solo in salita - prosegue Colucci, che è membro del Comitato glaciologico italiano -. Fino ad allora, anche sotto i 3.000 metri, d'estate rimaneva sempre un pò di neve sopra il ghiaccio, che lo preservava e creava la riserva necessaria per formarne di nuovo. Ma oggi, osserviamo spesso la quasi completa asportazione del manto nevoso in estate. Il ghiaccio rimane esposto al sole e si fonde. Se prendiamo la media delle temperature degli ultimi 15 anni, questa non è compatibile con l'esistenza di ghiacciai sotto i 3.500 metri".

Un studio del CNR-IRPI pubblicato dalla rivista Theoretical and Applied Climatology, mostra come dei 96 ghiacciai presenti alla fine della Piccola Età Glaciale in Piemonte centro occidentale, ne siano rimasti 59 nel 1957 (-38%), 49 nel 1983 (-49%) e solo 40 nel 2006 (-58%). L’area glaciale totale, stimata in 48,5 km2 alla fine della Piccola Età Glaciale, era di 19,8 km2 nel 1957 (-59%), di 21,0 km2 nel 1983 (-57%), e di soli 10,1 km2 nel 2006 (-79%).

L'ultima edizione del catasto dei ghiacciai, coordinato dal glaciologo Claudio Smiraglia (Università di Milano) mostra al confronto on quelli precedenti una decisa riduzione della superficie complessiva che negli anni sessanta era di 527 kmq e ora è di 370 kmq; la riduzione è stata quindi di 159 kmq, pari alla superficie del Lago di Como (-30%): si è quindi rilevata una netta tendenza al regresso Ciò ha portato all’estinzione di 180 ghiacciai; il numero totale è tuttavia lievemente aumentato in quanto numerosi sono stati i ghiacciai che si sono frammentati in più unità distinte.

La colpa del riscaldamento dell'atmosfera è dell'aumentata concentrazione di Co2 e degli altri "gas serra". "Quello che ci dicono i carotaggi fatti sui ghiacci di Groenlandia e Antartico - spiega il glaciologo - è che nell'ultimo secolo l'aumento della CO2 nell'atmosfera è stato cento volte più rapido che in qualsiasi altra epoca negli ultimi 800.000 anni. E la responsabilità non può che essere dell'uomo".  Secondo Colucci, se non si ferma il riscaldamento globale, nel giro di pochi decenni decenni potrebbero ridursi drasticamente, fino quasi a scomparire, i ghiacci eterni dalle Alpi Orientali e Centrali. Rimarrebbero solo sulle Alpi Occidentali, quelle più alte. Il fenomeno della fusione dei ghiacci non riguarda solo le Alpi, ma tutte le catene montuose del mondo, dalle Ande all'Himalaya, i due poli e le steppe artiche. "Paesi come Perù, Cile e India contano sui ghiacciai montani per l'approvvigionamento idrico, e potrebbero avere problemi - conclude Colucci -. La sparizione dei ghiacci polari potrebbe sommergere isole e località costiere. Ai tassi attuali di fusione, la sola Groenlandia contribuirà ad un aumento di livello marino tra 5 e 30 cm, senza considerare tutte le altre fonti. E poi ci sono i cosiddetrti 'feedback', le restraziooni che rischiano si moltiplicare il cambianeto climatico. Tra queste lo scongelamento del permafrost, il terreno ghiacciato delle alte latitudini artiche ma anche delle catene montuose più alte, che libererebbe enormi quantità di metano, il gas serra con l'effetto maggiore".