Gessica Notaro e l’acido, incubo infinito. "Noi da proteggere come i pentiti"

"Ho ancora paura: lui uscirà dal carcere"

Gessica Notaro

Gessica Notaro

Rimini, 18 luglio 2019 - La vita di Gessica Notaro, dopo quella notte, non è più stata la stessa. Era il 10 gennaio 2017 quando la giovane riminese, ex finalista a Miss Italia, veniva aggredita a colpi di acido da Edson Tavares. Un agguato in piena regola. L’ex fidanzato si era appostato in strada, ha atteso che Gessica tornasse a casa per tirarle l’acido sul volto. "E non passa praticamente giorno in cui non ripenso a quella notte", dice la riminese. Che porta ancora i segni dell’aggressione, fuori (l’occhio sinistro lesionato dall’acido, sempre coperto da una benda) e dentro. La Notaro, da allora è scesa in campo contro la violenza sulle donne: incontri nelle scuole, serate di beneficenza e la collaborazione con l’associazione ‘Doppia difesa’ fondata dal ministro Giulia Bongiorno e da Michelle Hunziker. 

Per le donne vittime di violenza sarà più facile difendersi, con il pacchetto di misure e pene previsto dal ‘Codice rosso’?

"È un grande passo. Ne ho parlato giusto ieri con Michelle Hunziker: aspettavamo da tempo questo provvedimento. Ne sono felice, ma il lavoro vero inizia adesso. Non ci sono più scusanti, specie per le forze dell’ordine: sanno come devono agire e soprattutto che devono intervenire subito".

Sono state inasprite le pene per violenza e stalking, ed è prevista una condanna fino a 14 anni per il reato di sfregio. Che sta diventando sempre più frequente.

"In certi casi lo sfregio va equiparato al tentato omicidio. Quella notte potevo morire, se non avessi avuto la prontezza di sputare subito l’acido. Molti sottovalutano le conseguenze, ma tirare l’acido non è soltanto sfigurare la persona e cancellarne l’identità: può uccidere".

Se potesse intervenire sul ‘Codice rosso’, come lo modificherebbe?

"Tutte noi vittime di aggressioni temiamo il momento in cui i nostri carnefici torneranno in libertà. Ecco: vanno previsti provvedimenti che ci tutelino anche per il dopo. In Italia vengono messi sotto protezione i mafiosi pentiti: occorre fare altrettanto per le donne che hanno subito gravi violenze".

Come?

"Non è semplice, ma da qualche parte bisogna partire. Io ho iniziato a collaborare con l’agenzia investigativa di Luciano Ponzi. Vorrei fare qualcosa di concreto affinchè venisse garantita un’adeguata protezione alle vittime".

Le donne che subiscono violenza continuano a scriverle, a chiederle aiuto?

"Lo fanno in tante, e cerco di dare una mano a tutte. Attraverso le loro storie rivivo il mio incubo, ma non ci penso proprio a mollare. Dedicherò sempre più tempo ad aiutarle".