Giovedì 25 Aprile 2024

Germania, soldi ai rifugiati che se ne vanno. "Fino a 1.200 euro"

Contributi per chi rinuncia all’asilo politico

Angela Merkel, selfie con un profugo (Ansa)

Angela Merkel, selfie con un profugo (Ansa)

Berlino, 2 febbraio 2017 - Si vota tra meno di otto mesi (il 24 settembre), e con i populisti che continuano a guadagnare voti, i profughi diventano un rischio. Meglio pagare, purché tornino a casa volontariamente. Il governo ha deciso di offrire 1.200 euro a testa a ogni Flüchtlinge, fuggiasco (esclusi balcanici e siriani), che abbia chiesto asilo politico e rinunci prima di attendere la decisione delle autorità. L’istruttoria di accoglienza è lunga, e costosa. Per l’operazione rientro sono stati stanziati 40 milioni di euro, e si spera che almeno in 30mila abbandonino il paese. Non molti in confronto al milione e centomila arrivati nei giorni del grande esodo, tra la fine del 2015 e i primi mesi dell’anno scorso.

Non si hanno cifre precise, e già questo dimostra la situazione d’emergenza che ha fatto saltare ogni controllo, ma almeno 800mila sono rimasti in Germania. L’anno scorso hanno lasciato la Germania in 55mila, e nel 2015 sono stati 37mila, e 25mila i profughi espulsi nel 2016. Circa 150mila sono scomparsi, e non si sa se sono andati in altri paesi europei, o se vivono da clandestini. L’espulsione ha provocato tuttavia proteste soprattutto da parte dei verdi. Per il governo chi proviene da Marocco, Tunisia e Algeria, non ha diritto all’asilo perché questi paesi non sono a rischio. Giudizio non condiviso dai Grünen, ma sono proprio i profughi dal Maghreb, in gran parte giovani maschi, a provocare più incidenti, come la notte di San Silvestro del 2015 a Colonia (duemila giovani arabi aggredirono centinaia di donne). Un evento che provocò un brusco cambiamento nell’opinione pubblica rispetto alla politica dell’accoglienza decisa da Frau Merkel.

Il programma di rimpatrio volontario prevede premi diversi a seconda della situazione. Chi ha già visto respinta la domanda d´asilo, e rinuncia a presentare appello riceverà 800 euro. Il premio spetta a chi abbia compiuto dodici anni, per i minori la cifra viene dimezzata. Un extra di 500 euro tocca alle famiglie di almeno quattro persone. Già adesso, chi parte riceve un indennizzo, ma inferiore, non più di 200 euro a testa, più le spese di viaggio, con un massimo di 300 per chi è giunto da particolari paesi come l’Afghanistan.

Difficile calcolare il costo complessivo per ospitare i profughi, dato che le varie voci sono diverse da Land a Land, e la cifra va divisa tra regioni, comuni, e il Bund, la federazione. Ad esempio, a Leverkusen si calcola che il costo arrivi a 800 euro al mese, a testa. Ad Amburgo, oltre i mille euro. E non si calcola la spesa per l’assistenza medica, e il costo per l’apparato burocratico. Le regioni hanno assunto migliaia di impiegati per svolgere le pratiche di accoglienza, e per seguire le pratiche d’asilo. L’AfD, l’Alternative für Deutschland, in base ai sondaggi potrebbe giungere al terzo posto alle prossime elezioni, scavalcando i verdi e i post comunisti della Linke. I populisti sostengono di non essere xenofobi, ma hanno gioco facile nel raccogliere i voti degli scontenti, tra i disoccupati e i pensionati al minimo: per chi arriva, e sfrutta lo stato sociale, si sprecano i miliardi, mentre quasi sette milioni di tedeschi devono vivere con l’assegno sociale di 450 euro al mese. Senza i disperati accolti da Frau Angela, la cifra potrebbe essere raddoppiata. Non è vero, ma per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, quasi certamente in settembre un partito dell’estrema destra entrerà in Parlamento.