Roma, 10 gennaio 2023 - Il cardinale australiano George Pell è morto. Il prefetto emerito della Segreteria per l'economia aveva 81 anni. In passato aveva subito un processo in seguito ad un'accusa di abusi sessuali ed era stato prosciolto mentre stava scontando una condanna per pedofilia di 6 anni. Di recente, al funerale di Joseph Ratzinger, aveva affermato: "E' stato prima di tutto un cristiano, un discepolo di Gesù. Questo spiega tutto. Un uomo che pregava. Un santo. Un intellettuale assolutamente formidabile. Uno dei più grandi teologi dell'ultimo secolo. Un uomo interessante e garbato, riservato. Con un sottile senso dell'umorismo". Proprio durante il pontificato di Benedetto XVI, nel 2010 il cardinale australiano viene proposto dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone come nuovo prefetto della Congregazione per i vescovi, ma la candidatura non va avanti (il pontefice sceglie infatti il cardinale Marc Ouellet) per una pressione internazionale a sfavore di Pell. L'arcivescovo australiano viene criticato per la gestione di alcuni casi di pedofilia, da parte di un'associazione irlandese di vittime di abusi sessuali. Quindi Pell finì al centro di un'indagine della Commissione nazionale d'inchiesta australiana sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali sui minori a causa della gestione dei numerosi casi di pedofilia avvenuti nell'arcidiocesi di Melbourne all'epoca in cui era arcivescovo, dal 1996 al 2001. L'accusa era che Pell avrebbe omesso di collaborare con le forze dell'ordine insabbiando i casi di violenze sessuali. Lui negò la responsabilità dell'arcidiocesi nei casi di pedofilia. Nel 2017 la polizia australiana mette in stato d'accusa per il cardinale Pell per "gravi reati sessuali" su minori, fra i quali quello di uno stupro. I reati sarebbero stati commessi negli anni settanta, quando Pell era parroco nella sua città natale. L'11 dicembre 2018 il cardinale Pell viene giudicato colpevole di abusi sessuali su due minori di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria in Australia e il 13 marzo 2019 viene condannato a una pena detentiva di 6 anni. Il cardinale, che si è sempre dichiarato innocente, ha visto respingere i suoi ricorsi in appello. Ma a novembre, numerosi vizi formali nelle procedure processuali, spinsero la Corte Suprema dell'Australia ad ammettere la richiesta di appello presentata dal cardinale. Il 7 aprile 2020 il cardinale Pell viene prosciolto all'unanimità dalla stessa Corte e rilasciato dopo più di un anno d'incarcerazione. Il 29 settembre Papa Francesco lo richiama in Vaticano viste le dimissioni imposte al suo principale oppositore di Curia, il cardinale Giovanni Angelo Becciu. Pell dovette affrontare altre indiscrezioni secondo le quali il cardinale Becciu avrebbe disposto bonifici per 700 000 euro inviati in Australia per "comprare" gli accusatori di Pell nel processo per pedofilia nel quale è stato assolto. ma alla polizia australiana non risultò nessuno illecito.