Venerdì 19 Aprile 2024

Genova, centinaia di 'angeli' in strada. E rimettono le magliette 'Non c'è fango che tenga'

Centinaia di ragazze e ragazzi, armati di vanga e stivaloni e della loro energia e voglia di fare: ripuliscono negozi, strade, cantine

Un ragazzo con la maglietta 'Non c'è fango che tenga' (Ansa)

Un ragazzo con la maglietta 'Non c'è fango che tenga' (Ansa)

Genova, 11 ottobre 2014 - Gli angeli sono tornati. E in qualche caso hanno riesumato dai cassetti le magliette del 2011, quelle con la scritta 'Non c'è fango che tenga', vendute nella precedente alluvione per raccogliere fondi da destimare a chi aveva perso tutto.

Sono giovanissimi, ragazze e ragazzi, armati di vanga e stivaloni e della loro energia e voglia di fare: ripuliscono negozi, strade, cantine, persino intercapedini e garage. Sono dove c'è bisogno di loro, caricano i camion dell'Amiu, l'azienda di igiene urbana, affiancando il personale e i titolari degli esercizi commerciali, stremati di fronte alla perdita di ogni loro cosa.  E sono moltissimi: centinaia a San Fruttuoso, in via Giacometti, corso Sardegna, corso Gastaldi, nelle centrali via XX Settembre, via San Vincenzo. Poi a Quezzi, nella zona dove il Fereggiano ha nuovamente superato gli argini e devastato negozi e scantinati. E a Marassi, dove fango e detriti si sono accumulati dopo le piene dei torrenti. 

Attivi anche gli studenti universitari, una di loro spiega: "Siamo in cinquanta, vogliamo dare una mano a chi ha perso tutto. Non potevamo starcene a casa". Giovanni S. è con due amici sedicenni alla loro 'prima alluvione', sembrano un po' timidi ma hanno dalla loro l'energia dell'età: "L'importante oggi è la solidarietà". Perché loro, gli angeli, non cercano colpe: "E' inutile stare a dire che cosa si poteva fare, quel che è successo è successo, oggi compito dei cittadini è cooperare tra loro".

E a vederli lavorare, i baristi escono dai locali e distribuiscono panini gratis, mentre camioncini di commercianti che si sono salvati dalla furia delle acque distribuiscono le bibite.  I municipi hanno organizzato punti di raccolta, distribuito i guanti e le vanghe.

Come succede al giorno d'oggi, il tam tam è partito nei social network. E i ragazzi hanno risposto numerosissimi: le scuole sono chiuse, ma loro non sono rimasti a dormire, né si sono fatti spaventare dal pericolo imminente lungo i  torrenti che hanno devastato la città e che potrebbero nuovamente, alla prima pioggia, gonfiarsi e uscire minacciosi dagli argini. E insieme alla voglia di dare una mano, sono tornate appunto le vecchie magliette da angelo: "L'ho tirata fuori dal cassetto dopo tre anni ed eccomi di nuovo in strada", spiega Anna C., studentessa liceale. Allora ne furono vendute quasi trentamila, e gli organizzatori raccolsero 190mila e 500 euro, che andarono agli esercizi commerciali e ai laboratori nella zona di Marassi devastati dall'alluvione. Per evitare che qualcuno ne facesse un business vendendo le magliette e incassando i soldi, tre anni fa il logo fu ritirato. Forse a questo punto verrà ritirato fuori.