Mercoledì 24 Aprile 2024

Gel e mascherine: voglio votare, altro che virus

La Protezione civile distribuisce acqua a chi è in fila. Matite sanificate e seggi mobili. Gli anziani: faccio presto, ma non rinuncio

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di Paola Fichera

Le previsioni meteorologiche lo avevano certificato: temporali. Ma alle prime gocce di pioggia ieri mattina in molti, dal fronte del centrosinistra, hanno esultato. Perché non c’è nulla di meglio di una giornata grigia per convincere i cittadini al voto. E chissà se è stata la mancata gita fuori porta oppure l’appello alle urne gridato, implorato e alla fine ordinato dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dal governatore toscano uscente Enrico Rossi, dal candidato presidente Eugenio Giani e dal senatore Matteo Renzi a convincere i fiorentini a non disertare le urne.

La paura, in realtà, era tanta. Lo spettro del Covid-19 aveva già fortemente condizionato l’intera campagna elettorale per l’elezione del presidente della Regione e il rinnovo del consiglio regionale. I candidati si sono ritrovati a correre una maratona elettorale fra spiagge e giardini in una stagione torrida.

Senza nemmeno una mano da stringere, persino i classici santini elettorali (in quanto possibili trasmettitori del contagio) sono stati messi al bando. Per non parlare della tenaglia della crisi economica che ha messo in ginocchio interi settori: difficile parlare di politica a chi ancora non ha avuto la cassa integrazione, a chi teme di dover chiudere la propria attività.

Alla fine, però, vuoi per i riflettori che Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno acceso sulla Toscana, antica terra rossa sulla quale si combatte la battaglia delle battaglie, i fiorentini hanno deciso di rompere indugi, dubbi e timori sanitari e di andare a votare.

Alfredo ha 88 anni e al seggio di via San Donato c’è arrivato prima delle 8 del mattino, sotto la pioggia. Ma fra ombrello, carta d’identità e tessera elettorale si è dimenticato la mascherina. "Vabbè – ha raccontato –, ne ho chiesta una al presidente di seggio e votato lo stesso". Coriaceo. A mezzogiorno, il primo step sull’affluenza ha regalato a Firenze l’affluenza più alta con il 16,6% (di un punto inferiore a quella di 5 anni fa, che era il 17,7% ma si votava solo domenica). A fine serata l’affluenza fiorentina è arrivata al 40,4%. Un successo. Comunque anche i giovani hanno tenuto ad esserci: Giulia Fabbri e Dario Ducci al seggio di San Donnino ci sono andati vestiti da sposi. Fra gli applausi, naturalmente. Alla scuola Vamba a nord della città in mattinata la coda si allunga. "Il valore della democrazia – riflette Giovanni, 55 anni, che vota in meno di dieci minuti – deve essere più forte della paura del contagio".

Va detto che, per evitare assembramenti e convincere anche i più titubanti, la macchina comunale ha schierato non solo 900 dipendenti pubblici (tra questi 350 agenti della polizia municipale) ma anche 250 volontari della Protezione civile, che si sono adoperati per evitare il formarsi di code e dare la precedenza a anziani, donne in gravidanza, soggetti fragili. Ai seggi di San Salvi, dove intorno all’ora di pranzo la coda si è allungata alla mezz’ora, la protezione civile è prontamente intervenuta distribuendo bottigliette di acqua minerale. "Noi stiamo attenti – spiega uno degli operatori –, ma la gente è disciplinata. Il Covid 19 ha lasciato il segno".

Per il resto la giornata è scorsa a ritmi tranquilli fra fontane di gel igienizzante addetti ai seggi ad alto tasso di adrenalina per far votare tutti rapidamente e in sicurezza. La signora Tina ha superato le 80 primavere e sfoggia un’acconciatura azzurrina d’altri tempi, al seggio della media Rosai aspetta il suo turno. "Mi vogliono far passare avanti – si arrabbia – ma non mi importa sono orgogliosa di essere qui e questa potrebbe essere l’ultima volta che posso votare. Alla mia età...". Al seggio 33 della scuola Verdi in San Jacopino a fare lo scrutatore c’è una star dei quiz della tv, il 27enne Francesco Bartoloni ha mollato le telecamere di "Reazione a catena" su Rai 1 per dedicarsi alle matite copiative. "O lei? Che ci fa qui – lo apostrofa un’elettrice – con tutti i gettoni d’oro che ha vinto?".

All’ospedale di Careggi in serata rientrano anche le squadre Usca, i seggi mobili speciali organizzati per far votare chi è in quarantena da Covid. Suonano ai campanelli interamente protetti, tuta bianca, mascherina, visiera. Sempre con il sorriso.

E oggi si riparte.