Giovedì 18 Aprile 2024

Gas troppo caro, azienda ferma gli impianti a Ferrara

di Federico Di Bisceglie

Il costo del metano sale alle stelle. L’azienda Yara, insediata al Petrolchimico ferrarese, dovrà fermare gli impianti. La direzione dell’impresa ha la necessità di ridurre in Europa il 40% delle produzioni di ammoniaca. Dunque, dalla seconda metà di ottobre, per un tempo fra le quattro e le sei settimane, stop agli impianti. Yara, multinazionale norvegese con 17mila dipendenti (sono 140 nello stabilimento ferrarese) ha un’importanza strategica per un territorio a vocazione agricola. È l’unico produttore nazionale di urea e ammoniaca: fertilizzanti derivati da processi chimici su base azotata.

Sono i sindacati a lanciare l’allarme. "Siamo preoccupati per questo scenario in cui il costo del metano sta generando forti incertezze sul mercato dei fertilizzanti – così i confederali –. A fronte di questo quadro, rileviamo l’assenza di una strategia dell’impresa nell’affrontare questo contesto molto complesso, che richiederebbe interventi più strutturali". I problemi sui fertilizzanti si ripercuotono sul settore agricolo, generando un sostanziale azzeramento della marginalità. Tanto più che, i costi del prodotto finito, rischiano di essere fuori mercato.

Sul versante dei lavoratori, tuttavia, la direzione dello stabilimento ha precisato che, per le settimane in cui gli impianti saranno fermi, non ci sarà ricorso agli ammortizzatori sociali. Eppure, dicono da Uiltec "il problema è in prospettiva: se il costo del metano continuerà a essere così elevato, rischiamo che l’azienda decida di procedere comunque a scartamento ridotto". In quel caso "ci dovremo sedere di nuovo al tavolo per discutere le sorti dei dipendenti". Cgil, Cisl e Uil trovano "improprio che un sito che lo scorso anno ha realizzato le migliori prestazioni industriali subisca questa operazione".