Martedì 16 Aprile 2024

Gas serra, allarme Onu: "Nuovo record. Intervenire rapidamente"

Il rapporto della Wmo: "Nessun segno di inversione di tendenza. Senza tagli, i cambiamenti climatici saranno sempre più distruttivi" Antartide, la scoperta: fonte radioattiva accelera lo scioglimento dei ghiacciai

Clima, emissioni (foto Ansa)

L'articolo 3 prevede che i Paesi "puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile", e proseguano "rapide riduzioni dopo quel momento" per arrivare a "un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo".

Roma, 22 novembre 2018 - I principali gas responsabili dell'effetto serra, e dunque del surriscaldamento del pianeta e del cambiamento climatico, hanno raggiunto un nuovo record: è questo l'ennesimo allarme lanciato dall'Onu che torna a chiedere alla comunità internazionale di intervenire rapidamente. L'anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto sono molto al di sopra dei livelli preindustriali, senza alcun segno di un'inversione della tendenza al rialzo, si legge nell'ultimo rapporto della World Metereological Organization. "Senza un rapido taglio dei gas CO2 e degli altri responsabili dell'effetto serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili sulla vita sulla terra", ha avvertito il responsabile dell'agenzia Onu, Petteri Taalas. "La finestra di opportunità per agire è praticamente chiusa". 

Antartide, la scoperta: fonte radioattiva accelera lo scioglimento dei ghiacciai

Secondo la Wmo, le concentrazioni medie di anidride carbonica a livello globale hanno raggiunto 405,5 parti per milione nel 2017, con un trend in continuo aumento (400,1 parti per milione nel 2015). L'azione dei gas serra nell'atmosfera è cresciuto del 41% dal 1990 a oggi. Per quanto riguarda l'anno scorso, gli esperti hanno osservato anche una recrudescenza "inattesa" di un gas serra che ha gravi effetti sull'ozono, il CFC-11 (triclofluorometano).

I gas serra catturano una parte dei raggi solari che attraversano l'atmosfera, che a sua volta si riscalda. E la Co2 è di gran lunga la causa principale di questo riscaldamento. "La Co2 persiste nei secoli nell'atmosfera e ancora di più nell'oceano. Ora, non abbiamo una bacchetta magica per far scomparire tutto questo eccesso di anidride carbonica", ha spiegato il vice segretario generale, Elena Manaenkova. La sua concentrazione nell'atmosfera ha raggiunto 405,5 parti per milione (ppm) nel 2017, con un aumento di 2,2 ppm, inferiore a quello registrato nel 2016 (+3,2 ppm), annata caratterizzata da El Niño, che aveva causato episodi di siccità nelle regioni tropicale e che aveva ridotto la capacità delle foreste e della vegetazione di assorbire CO2. "L'ultima volta che la Terra aveva un contenuto di anidride carbonica paragonabile, era tra i 3 e i 5 milioni di anni fa: la temperatura era dai 2 ai 3°C più alta e il livello del mare superiore di 10-20 metri rispetto a quello attuale", ha spiegato Taalas.

Il metano, che figura al secondo posto nel range dei più importanti gas a effetto serra, ha raggiunto un nuovo picco nel 2017, rappresentando il 257% del livello che aveva in epoca preindustriale. Gli esperti hanno anche osservato l'anno scorso un inaspettato "risorgere" di un potente gas capace di ridurre il contenuto di ozono, il CFC-11 (triclorofluorometano), la cui produzione è regolata da un accordo internazionale per proteggere il strato di ozono. Le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera dipendono dalle quantità emesse ma anche dalle complesse interazioni che si verificano tra l'atmosfera, la biosfera, la litosfera, la criosfera e gli oceani. L'oceano assorbe oggi circa un quarto delle emissioni totali e la biosfera assorbe un altro quarto.