Madrid, 10 febbraio 2022. Gioacchino Gammino, il super padrino arrestato grazie a Google Maps, tornerà domani in Italia. La Spagna ha infatti dato il via libera all’esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso il 29 maggio 2014 dalla Procura di Agrigento. Il boss della Stidda, considerato uno dei 20 latitanti più pericolosi d’Italia, era stato catturato lo scorso 17 dicembre non lontano da Madrid.
L’arresto tecnologico
Gammino, subito dopo essere stato preso, non era riuscito a trattenere lo stupore con gli agenti. “Come avete fatto a trovarmi? Da dieci anni – aveva detto – non telefonavo più alla mia famiglia”. Il malavitoso, su cui aveva indagato anche Giovanni Falcone negli anni Ottanta, viveva tranquillamente a Galapagar, dove si fingeva uno chef. Ma gli investigatori della Dia della procura di Palermo erano riusciti a mettere le mani su una foto scattata da una delle vetture di Google Maps, che immortalano le strade di tutto il mondo, in cui c’era un uomo che assomigliava molto a Gammino. Scandagliando i social, le forze dell’ordine sono passati dai dubbi alla certezza: quell’uomo era proprio il boss della Stidda, la cicatrice sul mento non poteva mentire.
L’omicidio
Gammino, oggi 61 anni, tornerà quindi in Italia dopo vent’anni per scontare la condanna all’ergastolo, visto che è ritenuto uno dei componenti del commando che nel 1989 uccisero per errore un passante a Campobello di Licata, scambiandolo per un membro di un clan rivale.
La faida
In quegli anni, infatti, si combatteva la guerra fra Cosa Nostra e la Stidda, l’organizzazione mafiosa fondata da Leonardo Messina e Salvatore Riggio. Il sanguinoso conflitto alla fine vide prevalere i corleonesi. Gli stiddari, decimati da Cosa Nostra e dalle inchieste, hanno poi infiltrato il Nord Italia, trasformandosi in un’organizzazione malavitosa più dedita agli affari che alla violenza.
Il ruolo di Gammino
Secondo Falcone, Gioacchino Gammino era l’uomo che teneva i contatti con alcuni gruppi della Stidda in Lombardia. Il boss era già scappato in Spagna nel 1998, ma venne arrestato ed estradato. Incarcerato a Rebbibia, nel 2002 riuscì a evadere mentre in carcere si girava un film con Vittoria Belvedere. Si confuse tra alcuni parenti di detenuti e fece perdere le proprie tracce. Per ritrovarlo ci sono voluti quasi 20 anni e Google Maps.