Gaffe di Johnson in stile Gekko: "L’avidità è buona"

"L’avidità è buona", diceva Gordon Gekko. E finché a sostenerlo era il personaggio immaginario interpretato da Michael Douglas nel celebre ’Wall Street’ la battuta resta confinata sul grande schermo. Ma, se a fargli eco è il premier inglese Boris Johnson, sullo sfondo dello scontro tra Londra e Bruxelles sulle forniture del vaccino anglo-svedese AstraZeneca, l’assunto rischia di stridere parecchio a livello diplomatico. Tanto da costringere lo stesso Bojo a fare marcia indietro.

"L’avidità" propria del "capitalismo" delle aziende farmaceutiche ha fatto gioco al Regno Unito nella corsa ai vaccini anti Covid, avrebbe continuato l’inquilino di Downing Street nell’ambito di dichiarazioni a porte chiuse subito trapelate sui media, durante una riunione via Zoom con i compagni del partito Tory.

Secondo Johnson, Londra sarebbe stata capace di tener conto di queste caratteristiche, muovendosi per tempo e assicurandosi l’approvigionamento necessario al "successo" di una campagna vaccinale avviata prima di qualunque altro Paese occidentale, fino alle attuali oltre 30 milioni di dosi somministrate.

Downing Street ha tuttavia precisato ieri mattina come lo stesso premier abbia in seguito ripetutamente corretto le sue parole e "ritirato" il riferimento all’avidità di Big Pharma, dopo essersi forse reso conto del potenziale infiammabile della sue (ambigue) battute nel contesto odierno. Inoltre ha sostenuto che BoJo in ogni caso non abbia voluto riferirsi all’ipotetico vantaggio contrattuale strappato dal Regno Unito rispetto all’Ue negli accordi con le aziende, bensì al fatto che lo spirito capitalistico e il desiderio di profitto siano stati d’aiuto per tutti: avendo spinto "i produttori a sviluppare più in fretta i vaccini"

red. Est