Mercoledì 24 Aprile 2024

Gabriele Albertini "Fontana? Un moderato Avanti con l’autonomia"

Migration

di Giambattista Anastasio

Gabriele Albertini, già sindaco di Milano, perché sta con Attilio Fontana, ricandidato dal centrodestra?

"Io mi sono sempre riconosciuto in un centrodestra moderato, più di centro che di destra. Il mio primo voto, nel 1971, fu per il Partito Liberale".

La coalizione che sostiene Fontana sembra, però, più di destra che di centro. Lo dice anche Letizia Moratti.

"Conta il candidato. Fontana è un uomo di garbo, equilibrato e al tempo stesso capace di scelte determinanti e coraggiose. Ha affrontato una sfida senza precedenti come il Covid e alla fine, nonostante tutto, ha traghettato la Lombardia fuori da un’emergenza della quale si era trovata ad essere l’ombelico, almeno in occidente. Il suo programma, ora, punta su infrastrutture e autonomia, una causa che mi trova favorevole perché la Lombardia, con Piemonte, Emilia e Veneto, è una delle poche regioni in credito se si mette in relazione il reddito prodotto con i trasferimenti dallo Stato. Mi lasci dire, poi, a proposito del centrodestra, che Giorgia Meloni si è trasformata da quando governa. Ora è su una linea più moderata".

Moratti sbaglia, quindi?

"Per quasi due anni ha fatto parte della stessa Giunta che ora critica. Era la vicepresidente".

All’inizio lei era tra gli sponsor della sua candidatura, però.

"Io ringrazio ancora Letizia Moratti per l’attenzione che ha dimostrato nei miei riguardi quando mi ha chiesto di far parte del suo progetto. Ma per me è sempre stato chiaro che la sua candidatura dovesse avvenire nel centrodestra, lei stessa mi aveva detto che sarebbe stato così in virtù di un accordo con Fontana. Poi le cose sono andate diversamente e ad allontanarmi definitivamente dal progetto è stata la scelta, come garante della sua lista, di Alfredo Robledo, ex magistrato col quale ho un contenzioso ventennale, già condannato dalla Cassazione al per gravi motivi disciplinari".

Che pensa dei due principali sfidanti di Fontana?

"Penso finirà così: Fontana 45%, Majorino 30% e Moratti 15%, margine di errore di 4-5 punti. E il voto disgiunto non sarà ampio, funziona nelle elezioni in cui la caratterizzazione personale del candidato è molto percepita, come le Comunali. Dal punto di vista qualitativo, Majorino ha una visione molto di sinistra, incentrata sui bisogni e sulla povertà, è alleato col M5S, il partito dell’assistenzialismo, ma tutto questo c’entra poco con la Lombardia, regione in cui conta produrre ricchezza e saperla redistribuire. La nostra è la Regione del fare, non dell’onnipotenza dei desideri. Moratti ha una linea più avvicinabile ma è inspiegabile il divario tra quello che è stata negli ultimi anni e quello che dice di essere ora".