Sabato 20 Aprile 2024

Colpo milionario nel regno dell’alta moda

Razziata la Falber Fashion: svaniti nel nulla migliaia tra cappotti, pellicce e capi in pelle

RE DELLA MODA Saverio Moschillo, 68 anni, è stato vicario della Camera della moda, governo del fashion italiano (Foto Cristiano Frasca)

RE DELLA MODA Saverio Moschillo, 68 anni, è stato vicario della Camera della moda, governo del fashion italiano (Foto Cristiano Frasca)

Forlì, 28 novembre 2014 - Migliaia di capi targati Richmond e Husky, tra i simboli delle passerelle internazionali. Quanti pezzi però ancora non si sa. «Di preciso non so ancora quanti. Stiamo ultimando la contabilità»: Saverio Moschillo, 68 anni, nativo di Ariano Irpino, proprietario e amministratore delegato di Falber Fashion e nome altisonante della moda italiana (è stato fino a pochi mesi fa vicepresidente vicario della Camera della moda, il governo delle griffe italiche, che organizza anche le sfilate di Milano) è ancora alle prese con il suo personalissimo day after. La sua azienda via Gramadora è stata violata nella notte da un commando di banditi che s’è portata via «migliaia di capi di abbigliamento».

Un blitz da record. «Il valore della merce sparita? Siamo sul milione e mezzo abbondante». A dare l’allarme, ieri mattina presto, è stato un collaboratore di Moschillo. Che s’è trovato di fronte la porta antipanico sventrata da un flessibile e un largo vuoto all’interno del deposito. Spariti in un sol colpo centinaia di giubbotti in pelle, pellicce, cappotti tempestati con Swarovski, maglioni in cachemire. Pezzi di haute couture che valgono centinaia di euro ciascuno griffati per la maggior parte John Richmond e Husky, ossia i marchi di proprietà di Moschillo, che dal 2011 detiene la maggioranza delle quote dell’azienda forlivese, nata sulle ceneri della Falber Creazioni, andata in liquidazione. Il raid è filato via liscio. Ma di una cosa evidentemente la gang non s’è accorta. Le telecamere. Che hanno ripreso il colpo secondo dopo secondo. Un film del colpo che adesso è nelle mani dei detective della Mobile e delle volanti, che stanno indagando sul furto. Gli inquirenti non si sbilanciano. Poco o nulla trapela sul contenuto del film registrato in via Gramadora. Ma stando a fonti di procura, sembra che i banditi fossero cinque e almeno un paio di loro avrebbero agito a volto scoperto. Dalle immagini del colpo si capisce che la banda fa un primo sopralluogo verso l’una meno dieci di mercoledì notte. Poi se ne va.

Per tornare un paio di ore dopo. I banditi troncano il lucchetto del cancello che dà accesso alla Cantieri del Pardo e poi attraversano il vialetto che separa le due aziende. Poi fa il suo ingresso in scena un furgone, con una scritta in evidenza, con tutta probabilità rubato. A quel punto i balordi tranciano di netto la porta antipanico e in pochi minuti si ritrovano all’interno dell’azienda. In quel momento scatta la razzìa. In pochi minuti i ladri arraffano giubbotti, cappotti, pellicce. Alla fine tagliano la corda. «Era tutta merce già venduta, che stava per partire per la Russia» sottolinea Moschillo, che si aggira nel vuoto del magazzino saccheggiato. E l’allarme? «Non è scattato. Evidentemente sapevano come farlo saltare». Un particolare, quest’ultimo, che autorizza gli investigatori anche a pensare a un basista locale all’interno della gang. Solo un’ipotesi, per un’indagine che fin dalle prime ore di ieri mattina sta tenendo impegnati i detective della polizia, prima con le volanti e la Scientifica, poi con gli investiogatori della Mobile. Tutti alla caccia della gang del colpo milionario di via Gramadora.