
e Marianna Vazzana
Una Mercedes nera si allontana. A terra resta Vassil Facchetti, agonizzante. Gli amici, che erano pochi metri davanti a lui, si accorgono che è stato travolto da un’auto e chiamano il 112: troppo tardi, morirà dopo il ricovero al Niguarda. Sedici ore dopo, il pirata si presenta alla stazione Musocco dei carabinieri, autoaccusandosi dell’investimento: si tratta di Muhammad El Sharkawy, trentenne italiano di origini nordafricane; in mattinata si era recato nella stessa caserma sostenendo che gli avessero rubato la berlina. Proprio la berlina ripresa da una telecamera nel momento dell’impatto lungo la circonvallazione esterna di Milano e sequestrata in serata in zona Bovisasca.
Secondo una prima ricostruzione, Facchetti, nato in Bulgaria l’11 luglio di 28 anni fa e residente a Settimo Milanese, aveva trascorso la serata alla discoteca Alcatraz, a poche centinaia di metri di distanza dal punto in cui è stato investito. All’uscita, poco prima delle 4, è rimasto un po’ indietro rispetto al resto della comitiva: poi ha attraversato di corsa viale Jenner in direzione dello spartitraffico centrale, lontano dalle strisce pedonali e non accorgendosi che proprio in quel momento stava arrivando la Mercedes. Il conducente della berlina se l’è trovato davanti all’improvviso e non è riuscito a evitare l’impatto, sbalzando il ventottenne vicino a un’auto parcheggiata; poi ha riaccelerato e si è allontanato, anche se il giallo è durato meno di un giorno: attorno alle 20, El Sharkawy, nato a Catanzaro da genitori marocchini e residente in zona Quarto Oggiaro, si è costituito. Di Vassil restano le lacrime dei familiari e gli scatti sui social. I cocktail e le esperienze nel mondo della ristorazione, l’ultima quest’estate al Sophia Loren Restaurant in pienissimo centro. Il cagnolino Paco e la passione per le moto: stava programmando un giro della Lombardia con un amico. Dopo aver frequentato per un anno la facoltà di Biotecnologie all’Università di Novara, aveva deciso di iscriversi a un corso da barman. Forse ora aveva deciso di dare un’altra svolta alla sua vita, partecipando a un concorso pubblico. Sogni, progetti, spazzati via in un amen.
I drammatici numeri dell’osservatorio dell’Associazione sostenitori della polizia stradale (Asaps) dicono che Vassil è il sedicesimo pedone deceduto nell’ultima settimana, l’ennesimo nome di un tragico elenco che dall’inizio conta 294 vittime. Prima di lui, a Milano, era toccato alla novantacinquenne Angela Bisceglia, investita da un furgone sul vialetto di casa il 10 febbraio. Un mese dopo, il venticinquenne Federico Cafarella era stato travolto da un autobus in via Padova. Poi l’escalation di un’estate tragica, con cinque pedoni morti in due mesi. Il 15 luglio, il pensionato di 73 anni Luciano Avigliano viene trascinato da una moto per una trentina di metri in viale Testi. Due settimane dopo, un’incredibile carambola tra auto in viale Umbria lancia una RS7 sul marciapiedi, proprio nel punto in cui il diciottenne Karl Nasr sta aspettando il verde coi genitori: morirà dopo alcune ore di agonia. Il 28 agosto, l’ottantanovenne Nicola Zezza viene investito da un taxi dietro Palazzo Reale. L’8 settembre, una Chevrolet si ribalta dopo uno scontro con una Seat Leon e finisce addosso a una settantasettenne, senza darle scampo. In tutti i precedenti, l’investitore si era sempre fermato.