Martedì 16 Aprile 2024

Fumo all’aperto Un altro divieto da stato etico

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Massimo

Donelli

Divieto di fumo all’aperto nei parchi, alle fermate di tram, autobus e filobus, nei cimiteri, nelle aree cani e allo stadio di San Siro. Da oggi Milano, che da tempo non è più da bere, non è più nemmeno da fumare. Nein! Niet! Qui, scomparso il profumo delle bionde, si sente puzza di Stato etico, tanto caro a Hitler e Stalin. E chissà che cosa direbbe Ernesto Guevara de la Serna, accanito consumatore di sigari, se avesse ascoltato la promessa fatta da Beppe Sala a chiusura della campagna elettorale (febbraio 2016), quando gli regalarono un t-shirt rossa con la testa del Che e la scritta ‘Hasta la victoria siempre’: "Ora la metto nel cassetto, con la lavanda. Ma spero di poterla tirare fuori quando, a giugno, sarò sindaco della città".

Di certo, il Che domattina uscirebbe con un bel Montecristo fumante tra i denti. E, se fossi ancora un tabagista (non lo sono più dal 1984), gli andrei dietro con una bella Super senza filtro. Perché, diciamolo, qui non se ne può più! Sepolti in casa per mesi. Schiaffeggiati settimanalmente dal tricolore pandemico rosso-arancione-giallo. Costretti a compilare moduli per fare due passi. Colpevolizzati sistematicamente ai sussulti dell’indice RT. Privati di ogni piacere gastronomico, cinematografico, musicale. Basta! Finitela! Ma davvero sono inquinanti due tiri di sigaretta en plein air? E, soprattutto, che fine ha fatto la libertà in questo Paese?