di Nino Femiani RAVANUSA (Agrigento) Nominato un gruppo di consulenti che dovrà aiutare a fare chiarezza sulla tragedia di Ravanusa. Alcune persone ripetono che da tempo sentivano puzza di gas. Cinque giorni prima della strage (sette morti accertati, due dispersi) c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. È quanto hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d’arte. Nelle prossime ore il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, esaminerà le "carte" di quel controllo e la ditta che lo ha effettuato per conto di Italgas: è probabile che subito dopo partiranno gli avvisi di garanzia per tecnici, dirigenti e forse per amministratori. Per tutta la giornata di ieri sono invece stati ascoltati decine di abitanti della zona per cercare riscontri alla voce, ribadita dal consigliere comunale Giuseppe Sortino, in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas nella zona in cui poi c’è stata l’esplosione. "Allo stato – ribadisce il comandante dei carabinieri di Agrigento, Vittorio Stingo - nessuno lo ha confermato. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale". Quanto alle cause che hanno provocato l’accumulo di gas nel sottosuolo, il colonnello ha sottolineato che al momento non è possibile stabilirle. "Potrebbe essere stata una frana, questa è una zona con una elevata fragilità idrogeologica, ma non è escluso neanche che ci possa essere una cavità sotterranea naturale. Lo sapremo quando saranno rimosse le macerie". Dito puntato anche sulla gracilità idrogeologica dell’area. Proprio in questi giorni sarebbero dovuti partire i lavori nella zona sud-est di Ravanusa per "la messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e ...
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