Martedì 23 Aprile 2024

"Fu uno stupro di gruppo" Calciatore rischia sei anni

Siena, chiesta la condanna per Portanova del Genoa e altri due giovani

di Laura Valdesi

"Non abbiamo mai inteso fare del male a nessuno, siamo dispiaciuti se lei ha sofferto. Rimetto la mia intera vita nelle sue mani". Queste le parole con cui il calciatore del Genoa Manolo Portanova, 22 anni, che ha indossato anche la maglia della Nazionale under 21, si è rivolto ieri al gup Ilaria Cornetti nella breve dichiarazione spontanea fatta prima dell’inizio di un’udienza preliminare fiume, durata 9 ore, per il presunto stupro di gruppo e lesioni dolose nei confronti di una studentessa senese di cui il giocatore è accusato insieme allo zio Alessio Langella, 24 anni, e all’amico Alessandro Cappiello, 25. Per un minorenne all’epoca dei fatti presente all’episodio avvenuto in un appartamento a due passi da Piazza del Campo, nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2021, procede il tribunale dei minori di Firenze. La condanna a sei anni è stata chiesta dal procuratore Nicola Marini per il calciatore e lo zio giudicati con rito abbreviato, per l’amico invece il processo. Avrebbero studiato un piano gli imputati, sostiene l’accusa. Erano d’accordo nell’avere con la studentessa un rapporto sessuale di gruppo. Lei, come emerso dall’inchiesta scattata quando si recò in ospedale, si era invaghita del calciatore. Pensava di appartarsi con lui, secondo la ricostruzione della polizia, quindi aveva raggiunto Portanova nell’appartamentino. Qui la violenza. Sarebbe stata usata, sostiene il pm Marini, come un giocattolo con cui divertirsi. Le avrebbero scattato foto, sarebbe stata filmata. "C’era il consenso? Gli avvocati della difesa lo ritengono ma la mia cliente ha più volte ribadito il non consenso", commenta il legale della studentessa Jacopo Meini. Che ha chiesto un risarcimento di 300 mila euro per la giovane, 80 mila per la madre e 40mila per il padre. "Una vicenda che mostra un machismo tossico", sostiene l’avvocato Claudia Bini dell’Associazione Donna chiama donna’, anch’essa parte civile.

"Se vogliamo usare un atteggiamento etico rispetto a certe loro espressioni (evidenziate anche dalle chat, ndr) dovremmo fare lo stesso esercizio anche sul versante femminile. Questo è il gergo dei giovani di oggi rispetto a cui dobbiamo essere critici come generazione precedente perché evidentemente non siamo riusciti a fare di meglio", ribatte Gabriele Bordoni, difensore di Portanova. "È un processo che presenta solo vittime e nessun colpevole, l’ho sempre sostenuto e con questa frase ho concluso il mio intervento di due ore. Conosco Manolo sin da quando era bambino. È innocente, l’ha ribadito davanti al giudice e spero che venga recepito nella sentenza", sottolinea. Il centrocampista è rimasto in silenzio all’uscita dal tribunale, insieme al padre Daniele, ex calciatore di Napoli, Bologna, Genoa e Siena, alla madre, alla fidanzata e ad un gruppo di amici. La decisione del giudice il 6 dicembre. Rinvio "che consentirà di esaminare gli aspetti e le circostanze evidenziate dai legali. Ci sono grandi buchi a nostro avviso nel racconto della persona offesa", conclude Alessandro Betti che difende lo zio del calciatore per cui ha chiesto l’assoluzione, mentre il collega Antonio Voce il non luogo a procedere per Cappiello.