Frenano i contagi: meno 25 per cento in una settimana

Il Rapporto settimanale aggiornato del Centro Studi, presieduto da Cesare Damiano, mostra il calo deciso dei contagi, ma non dei decessi. A rilento le vaccinazioni.

Tabella Lavoro & Welfare

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I dati di questa ultima settimana indicano una forte riduzione del numero dei contagi (-24,6%) rispetto alla settimana precedente, confermando l’uscita dalla fase più acuta della pandemia. 

Viceversa continuano a incrementarsi il numero dei decessi e si deve rilevare che siamo alla sesta settimana di crescita ininterrotta. Inoltre l’incremento percentuale dei decessi di questa settimana (+4,9%) indica una preoccupante e anomala accelerazione rispetto alla settimana precedente: forse potrebbe trattarsi di un dato fuorviante a causa di decessi verificatisi nelle settimane precedenti e registrati in ritardo (vedi il caso Sicilia), ma è un’ipotesi da verificare.

In ogni modo il numero dei decessi è ancora rilevante e rappresenta un segno che la campagna vaccinale ancora non riesce ad intervenire in modo adeguato nel frenare gli aspetti più critici della pandemia

Le vaccinazioni

Quest’ultima settimana è stata penalizzata dal basso numero di somministrazioni effettuato durante il periodo pasquale, tuttavia vi è stato un recupero negli ultimi giorni quando si sono superate le 300mila somministrazioni al giorno. Su 12,8 milioni di dosi somministrate sono 3,9 milioni di persone che hanno ricevuto la seconda dose. 

La campagna vaccinale sta progressivamente migliorando anche se è frenata dall’insufficiente fornitura dei vaccini da parte delle case farmaceutiche. Nei fatti, si deve registrare un ritardo di almeno due settimane nei tempi di consegna rispetto a quanto previsto con inevitabili effetti sui tempi della campagna vaccinale.

Ad oggi circa il 21% della popolazione ha ricevuto almeno una dose del vaccino, con notevoli differenze su basi territoriali poiché si va dal minimo del 17,5% della popolazione della Calabria al massimo del 26,7% del Molise. Si tratta già di numeri rilevanti, ma l’aspetto dirimente è la vaccinazione delle categorie più fragili, in particolare gli anziani, che sono i più soggetti agli effetti critici della pandemia. Al riguardo si deve rilevare che è circa il 73% della popolazione ultraottantenne che ha ricevuto almeno una dose del vaccino, a cui si aggiunge il 22% dei 70-79venni e il 13% dei 60-69venni. Sono numeri ancora insufficienti per metterci al riparo degli effetti più gravosi e critici della pandemia, a cui hanno influito le scelte discutibili di alcune Regioni nelle priorità vaccinali. 

* Ricercatore del Centro Studi Lavoro & Welfare