Franco Antonello, quei due figli, il film e un triste destino

Il padre cambiò vita per curare il figlio maggiore, autistico. E il regista Salvatores lo racconta. Ora lotta per il minore, grave dopo l'incidente sulla Treviso mare

Alberto Antonello (a destra), col padre Franco e il fratello Andrea

Alberto Antonello (a destra), col padre Franco e il fratello Andrea

Castelfranco Veneto, 3 novembre 2019 - "La situazione di mio figlio è grave, non si sveglia. Oggi penso di avere avuto più di mille chiamate, in questo momento non riesco neanche a parlare. Abbiamo solo voglia di aspettare cosa succede con Alberto. E abbiamo il pensiero rivolto ogni secondo alla sua Giulietta". Franco Antonello è un padre spezzato.

Un figlio di 19 anni in coma, gravissimo dopo l'incidente; la sua fidanzata 18enne, Giulia Zandarin, morta sul colpo. Lui, l’uomo del sorriso, parla con una voce che è dolore puro. La mattina di Ognissanti, la coppia tornava a casa dopo una notte in discoteca. La Mercedes è finita contro un albero, si è capovolta in un fosso sulla Treviso mare, a Musile di Piave. La tragedia sulla strada dopo una lunga battaglia per curare l’altro figlio oggi 25enne, autistico. Come raccontargli questo nuovo terremoto? "Andrea è consapevolissimo di quello che è accaduto, come lo sono tutti i ragazzi come lui, anche se non lo esprimono", risponde con la morte nel cuore Franco Antonello, dopo un’altra giornata di attesa passata in ospedale a Mestre. Il fratello Gianni è stato con lui tutto il tempo. "Mio nipote sta male, è in prognosi riservata, i medici non si espongono. Ha preso botte dappertutto".

Mette i brividi la sequenza della notte: il controllo, il sequestro della droga, il ritiro della patente, la discoteca e lo schianto... "Abbiamo parlato con i carabinieri ma noi certi particolari non li sappiamo", risponde lo zio del 19enne. Suo nipote è indagato per omicidio stradale. "Nessuno ce l’ha detto". Sono i momenti del dolore. Straziante l’incontro tra le due mamme.

Franco Antonello è un eroe della vita quotidiana. La sua storia ha ispirato un film del regista premio Oscar Salvatores, ‘Tutto il mio folle amore’. Era il ’97 quando lasciò la vita da imprenditore e se ne inventò un’altra per curare il suo ragazzo più grande. Tanti viaggi e una fondazione, ‘I bambini delle fate’. Ha raccontato:

"Quando la disabilità grave entra in famiglia è come se si scatenasse un terremoto. Solo che è un sisma che dura tutta la vita. E nessuno ti aiuta". Ora è arrivato quest’altro tornado. Perché nell’ultima notte di ottobre gli eventi si sono incatenati in modo diabolico. Una pattuglia aveva fermato la Mercedes di Alberto per un controllo. Sequestro di hascisc, ritiro della patente e permesso provvisorio. Ma i ragazzi sono andati ugualmente alla festa di Jesolo. Il resto è cronaca. Scrivono al padre coraggio: "Ora hai un altro obbiettivo da portare a termine. E con la tua forza e quella di Andrea ne verrete fuori".