Venerdì 19 Aprile 2024

Francia, l’assolutismo regna ancora

Riccardo

Brizzi*

La scelta di Macron di congedare l’ormai ingombrante e popolare Edouard Philippe non stupisce: nella storia della V Repubblica raramente i capi dello Stato francesi hanno tollerato primi ministri che facessero loro ombra. La stessa sorte era già toccata, in passato, a due figure molto amate dall’opinione pubblica come Chaban-Delmas nel 1972 e Rocard nel 1991, congedate senza riconoscenza da Pompidou e Mitterrand. A sorprendere è stato piuttosto il profilo del nuovo inquilino di Matignon. Coloro che immaginavano un segnale di rottura, sono rimasti sorpresi dalla scelta di un pallido funzionario, sconosciuto al grande pubblico, come Jean Castex, reclutato nell’alveo della destra repubblicana, esattamente come il predecessore. Oscurando simbolicamente la funzione di primo ministro, ridotto al rango di collaboratore, Macron intende ergersi con rinnovata visibilità al centro del sistema, marginalizzando scomodi rivali in vista delle presidenziali del 2022 e prosciugando il campo della destra repubblicana.

Due incognite restano tuttavia sul tavolo. L’irriconoscenza di Macron verso Philippe rischia di aumentarne ulteriormente la popolarità, legittimando il profilo di uno scomodo rivale alla destra del Presidente. In secondo luogo la storia della V Repubblica ha dimostrato come tecnici promossi dall’anonimato a incarichi ministeriali di primo piano possano diventare figure politiche forti, ambiziose, indipendenti. Basti pensare all’autonomia crescente conquistata da Pompidou nei confronti del Generale de Gaulle o all’insubordinazione dello stesso Macron verso Hollande nell’ultimo mandato presidenziale. Per avere chances di rielezione a Macron non sarà tuttavia sufficiente riacquisire centralità istituzionale né riaffermare il proprio ruolo di monarca repubblicano. Dovrà anzitutto rilanciare un progetto politico credibile e dovrà farlo nel contesto della più grave crisi che la Francia abbia conosciuto dalla fine della guerra d’Algeria.

* Professore di Storia contemporanea all’Università

di Bologna