di Giovanni Serafini "Il nostro è un sistema politico malsano. Non è normale che gli elettori siano costretti a scegliere il meno peggio, come succederà probabilmente per Macron. Non è normale che i giovani debbano affidarsi a partiti estremisti per essere ascoltati. E non è normale che un candidato rischi il collasso economico come sta accadendo a Valérie Pécresse". Saggista, polemista, fondatrice del mensile Causeur, Élisabeth Lévy (nella foto) è nota per il suo linguaggio politicamente scorretto. Marsigliese, 58 anni, ha pubblicato saggi di successo: La gauche contro la realtà, Quelli che non pensano. La Francia è in preda al malessere? "Direi proprio. Malessere nella società, che non sa qual è la sua identità culturale. Malessere fra i giovani, spesso costretti ad accettare retribuzioni da fame. Malessere nel mondo politico e nel sistema elettorale che non dà garanzie di legittimità". È per questo che Mélenchon ha avuto il 22% e ha ormai la chiave dell’elezione presidenziale? "Mélenchon è il preferito dei giovani e delle banlieues. Sette milioni e 700mila voti! Marine Le Pen, che ha fatto un’ottima campagna, ha avuto solo 300mila voti più di lui e ha rischiato di non passare al secondo turno. Adesso, dopo il messaggio “neanche un voto alla Le Pen“, è chiaro che Mélenchon invita a votare per Macron. Come hanno fatto Sarkozy, l’uomo forte dei Républicains, e la socialista Ségolène Royal". Nessuna sorpresa il 24 aprile? I giochi sono fatti? "Ah, questo no, per niente. Quando si vive in un clima di turbolenze può sempre succedere tutto e il contrario di tutto". Lei non ama il sistema maggioritario. "Certo che no. Le faccio un esempio: alle legislative del 2017 Macron ottenne il 27% e Marine Le Pen il 23%. Quanti seggi ottennero in Parlamento, grazie al maggioritario? Macron 308 e la Le Pen 8! Le sembra normale?". Che cosa pensa del crollo di due ...
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