Giovedì 25 Aprile 2024

Francesco e le dimissioni in bianco "Se sto male, me ne vado subito"

L’annuncio del Papa su un quotidiano spagnolo: ho consegnato la lettera di rinuncia al cardinale Bertone. Poi un accenno alle sue condizioni fisiche. "Per governare la Chiesa il ginocchio non è fondamentale"

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CITTÀ DEL VATICANO

Non farà la fine di papa Wojtyla. Francesco ha deciso che, venute meno le forze, scenderà dalla croce, sulla falsariga del suo predecessore, Benedetto XVI. E, per non lasciare nulla d’intentato, ha già messo nero su bianco e consegnato al cardinale Tarcisio Bertone – ai tempi in cui quest’ultimo era segretario di Stato vaticano –, una lettera di rinuncia al ministero petrino "in caso di impedimento per motivi medici o che so". Nessun effetto a sorpresa, nessun retroscena, tutto alla luce del sole.

A spiegarlo è lo stesso Bergoglio in un’intervista al quotidiano spagnolo Abc nella quale, oltre ad assicurare che "entro due anni una donna guiderà un dicastero vaticano" e che sulla pedofilia "non c’è trattativa possibile", il Pontefice fa capire – una volta di più – che, per viaggiare da nord a sud del mondo nel nome della pace e della giustizia, scrivere encicliche, governare la Curia romana e decidere le sorti delle Chiese locali, lui vuole essere nel pieno delle forze. Più cognitive e psicologiche che fisiche, se è vero che "si governa con la testa, non con il ginocchio". E considerando che anche in carrozzina Bergoglio sta portando ovunque il messaggio evangelico. Da ultimo è stato in Kazakistan, a fine gennaio volerà in Congo e chissà dove altro.

"In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni, ce l’avete già – chiarisce papa Francesco nell’intervista –. È la prima volta che lo dico. Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiedere a Bertone: “Dammi il foglio!“. Sicuramente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. L’ho dato a Bertone come segretario di Stato".

Non è la prima volta che un Papa lascia per iscritto la sua rinuncia preventiva in caso d’impedimento. Prima di Bergoglio è toccato a Paolo VI e, durante la Seconda Guerra Mondiale, a Pio XII che temeva di essere rapito dai nazisti. Non è neanche inedito il fatto che sia proprio Francesco ad accennare a un possibile passo indietro. A maggio, durante l’ultima assemblea dei vescovi italiani, davanti ai presuli riuniti a porte chiuse, il Pontefice si disse pronto a un gesto di rinuncia piuttosto che ricorrere a un intervento chirurgico al tribolato ginocchio dopo quello subito al colon nel luglio 2021. Solo una battuta, si erano affrettati a dichiarare Oltretevere, seguita da ulteriori, velati riferimenti a possibili rinunce.

La novità stavolta è data dal fatto che il Papa svela le carte. fuga ogni dubbio sul fatto che lui al passo indietro ci pensa. Questo anche se, come spiega ad Abc, non ne vuole sapere di definire lo status giuridico di papa emerito. "Lo Spirito santo non ha intenzione a che mi occupi di queste cose", taglia corto, nonostante diversi canonisti abbiano a più riprese sottolineato il vulnus normativo. E nonostante in questi quasi dieci anni di papato non siano certo mancati i tentativi – per lo più dal fronte tradizionalista della Chiesa – di contrapporre al magistero di Francesco il pensiero del predecessore Ratzinger, rimasto in veste bianca anche dopo la sua storica rinuncia al papato nel 2013. Un esempio? La querelle sul celibato obbligatorio dei preti che si fece sentire sulle esortazioni finali del Sinodo sull’Amazzonia.

Giovanni Panettiere