Venerdì 19 Aprile 2024

Francesco e i veleni in Vaticano "Il chiacchiericcio è letale"

Il fastidio del Papa dopo le dichiarazioni dello storico segretario di Ratzinger. "Un cristiano non divide". Ieri svelata la tomba di Benedetto XVI: l’afflusso di pellegrini è stato consistente sin dal mattino

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di Nina Fabrizio

È stato ancora un giorno di tensioni, quasi di guerriglia a bassa intensità quello in cui ieri, oltre le mura leonine, è stata finalmente svelata ai fedeli la tomba di Benedetto XVI. Una sepoltura essenziale e sobria rivestita solo dell’epigrafe nera Benedictus PP XVI che sorge dove precedentemente erano tumulate le spoglie di Giovanni Paolo II nelle Grotte dei Papi, prima che fossero traslate in basilica a motivo della canonizzazione.

L’afflusso di pellegrini è stato consistente fin dalle 9 del mattino. In ginocchio, mani giunte, chi un omaggio, chi una preghiera, forse sottovoce da parte di qualcuno anche la richiesta di una grazia al Papa Emerito scomparso il 31 dicembre scorso. Nel clima di cordoglio ancora in corso, non si placano però le polemiche e le tensioni e nella città Leonina non è ancora arrivato il momento del silenzio. Il fastidio di papa Francesco per le dichiarazioni choc dello storico segretario Gaenswein con l’immediato compattamento attorno al vescovo tedesco del fronte non numeroso ma agguerrito degli anti-Bergoglio (addirittura il capo dei vescovi Usa Thimoty Broglio ha detto che Francesco dovrebbe dimettersi per i problemi al ginocchio che gli impediscono la celebrazione diretta della messa), è confluito tutto nel suo ennesimo appello contro il chiacchiericcio rivolto all’Angelus alla presenza di 30mila fedeli.

"Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide, uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?". E ancora: "Noi pure discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere".

È chiaro che a Francesco non sono piaciuti i veleni diffusi da don Georg, che in tutte le rivelazioni di questi giorni ha evitato di menzionare però lo sgarbo fin troppo fuori le righe che fece al pontificato in corso quando, in una lectio pubblica, sostenne che i Papa erano ancora due, uno attivo e uno contemplativo. Un modo, quello era il tentativo, per mantenere un ruolo e un’influenza che naturalmente il Papa in carica non poteva tollerare.

L’attivismo di Gaenswein del resto, se rinfocola da un lato il fronte degli oppositori di Francesco, apre fronti di rammarico e sostegno attorno al Pontefice regnante in ampi settori della Chiesa dal basso come testimonia l’iniziativa di una lettera aperta che sta facendo il giro dei social e dei blog di area cattolica, rivolta allo stesso Georg affinché fermi la pubblicazione del libro-verità in uscita il 12 con la casa editrice Piemme. A vergarla è un sacerdote della diocesi di Bergamo, don Alberto Varinelli, che così si rivolge al vescovo tedesco: "Il suo testo di memorie è molto atteso dalle frange ostili al Papa regnante e se vi saranno attacchi a Francesco quel testo farà molto male all’unità della Chiesa".

In queste ore fattesi di nuovo improvvisamente drammatiche c’è persino chi evoca l’esistenza di piani segreti per far dimettere Bergoglio. Ma proprio le accelerazioni e le forzature innescate da Gaenswein sembrano spingere Francesco in tutt’altra direzione. Bergoglio va avanti come dimostra anche la riforma della diocesi di Roma pubblicata sabato. "Si governa con la testa, non col ginocchio", ha detto nella ultima intervista rilasciata. Messaggio evidentemente più che valido.