Forse non lo sai ma pure oggi c’è la Via crucis

Lucetta

Scaraffia

Per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia alcuni suggestivi riti collettivi della settimana santa presieduti dal papa sono stati forzatamente cancellati: niente lavanda dei piedi il giovedì, niente Via crucis al Colosseo il venerdì, anche se, a differenza dello scorso anno, i fedeli potranno seguire la liturgia nelle chiese. Sarà per questo che, in questi giorni caldi d’inizio primavera, sembra che tutti si siano dimenticati che stiamo rivivendo la settimana santa? O forse questo accade perché da anni la secolarizzazione sta cancellando queste ricorrenze religiose, che una volta segnavano la vita collettiva dei credenti con tanta forza da essere presenti anche nella vita di chi non è o non si sente cristiano?

Quando ero bambina, nei giorni che ricordano la passione di Cristo perfino la radio azzerava i programmi “leggeri” e trasmetteva solo musica classica, e la collettività era in gran parte coinvolta in riti pubblici, come le visite ai “sepolcri”. Il pomeriggio del giovedì santo la devozione popolare imponeva la visita ad almeno sette chiese dove avremmo pregato in silenzio davanti a quei meravigliosi altari allestiti con cura, coperti di fiori o di piantine di grano appena germogliato nel buio, e quindi bianche.

Certo era un rito privo di fondamento scritturistico, e talvolta perfino una occasione di incontri sociali, forse anche con qualche aspetto di mondanità. Ma anche questo rito ci portava con la mente là, a questo scandalo e mistero del cristianesimo, a questo evento storico e al tempo stesso mirabile e inspiegabile di un dio che muore per salvare l’umanità. Ci costringeva a pensare che dopo la morte di Cristo la storia del mondo è cambiata completamente, nulla è più stato come prima. La mente si riempiva di domande, di questioni a cui nessuno sa rispondere, ma che danno un senso alla vita. E sono molto più vive della nostra attuale indifferenza.