Martedì 16 Aprile 2024

Formidabili quegli anni ’80 Ora lo sappiamo

Matteo

Massi

Running up the hill è una canzone di Kate Bush che uscì nel 1985. Il primo Top Gun arrivò invece nelle sale cinematografiche un anno dopo: all’epoca Maverick, Tom Cruise, aveva appena 24 anni.

Nella primavera del 2022 la canzone e il film vivono una nuova vita. Il pezzo di Kate Bush deve ringraziare la serie tv “Stranger Things“ con Max, la ragazzina ribelle, che l’ascolta dal walkman. Di Top Gun invece, dopo trentasei anni, hanno fatto un sequel, con tanto di passaggio sulla Croisette a Cannes.

Con gli anni ottanta c’è sempre stato un rapporto conflittuale. Almeno in Italia. Sono stati guardati, talvolta, con troppa sufficienza e snobismo da una generazione di (presunti) intellettuali. Come se l’età del riflusso – che qui è stata spesso declinata in modo fin troppo frettoloso e facilone con la Milano da bere e all’estero con l’edonismo reaganiano – fosse soltanto un’epoca lasciva o addirittura frivola in cui c’era poco, artisticamente (e anche musicalmente), da salvare. La tara ideologica con cui si è guardato a quel decennio ha creato inevitabilmente delle divisioni. Anche sulle canzoni, soprattutto sulla musica pop. Raf, che non è un sociologo, nel Sanremo del 1989 lo sintetizzò bene con la sua “Cosa resterà degli anni ’80?“.

Il revival di questi giorni riesce, con qualche lustro di ritardo, a farci riconsiderare quell’epoca. A guardarla con occhi diversi. Certo, l’effetto nostalgia, soprattutto quando la carta d’identità ha superato il mezzo secolo, fa la differenza.

E allora formidabili o detestabili gli anni ’80?

Pier Vittorio Tondelli che quegli anni li visse fino all’ultimo, fino alla fine, in presa diretta, non aveva dubbi al riguardo: formidabili. Magari, ora, grazie a quella canzone di Kate Bush (che per la cronaca è scaricata anche da chi non era nato in quegli anni) lo sapranno anche i più giovani e li rimpiangeranno invece (non solo per la musica e per l’età diversa) anche tutti gli altri.