Follia No Tav, guerra alla Polizia "Diecimila agenti? Non ci fermiamo"

Il Viminale annuncia la stretta dopo il ferimento di due operatori. La sfida dei manifestanti: "Sono mercenari"

Migration

"Per fermarci non basteranno diecimila agenti". All’indomani degli scontri con le forze dell’ordine in Val di Susa, due poliziotti feriti e cinque mezzi danneggiati alle recinzioni della Torino-Lione, i No Tav rilanciano la lotta all’Alta velocità. Sui social rivendicano, con tanto di foto, di essere riusciti a "entrare all’interno del cantiere e a mettere fuori uso un Lince dell’Esercito".

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese condanna con fermezza: "Episodi inaccettabili di gravissima violenza che mettono in pericolo l’incolumità degli operatori di polizia e che nulla hanno a che vedere con il diritto di manifestare liberamente", tuona il ministro. Unanime la condanna delle violenze da parte della politica, mentre i sindacati invocano a gran voce "una grande manifestazione in Val Susa per difendere la Tav e sostenere le forze dell’ordine e i lavoratori impegnati nella realizzazione dell’opera".

Per la Questura di Torino, che ha seguito l’aggressione in contatto con il capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini, quello di due giorni fa è stato "un attacco senza precedenti". Gli scontri sono durati oltre tre ore, durante le quali sono state lanciate "pietre, fumogeni e bombe carta di elevato potenziale", anche con l’ausilio di bazooka artigianali. Chiusa per motivi di sicurezza l’autostrada del Frejus, le forze dell’ordine sono state costrette a utilizzare i lacrimogeni per allontanarli. "Nulla può un esercito mercenario e spaesato contro la determinazione e la conoscenza del territorio di chi è radicato in questa valle", sostengono i No Tav, che incassano numerosi commenti di sostegno: "Non mollate! Non siete soli", "Ben fatto", "Siete meravigliosi", "Viva la lotta senza confini", si legge su un gruppo Facebook, costretto a postare due volte le foto dell’intrusione nel cantiere perché la prima volta erano state censurate dal social. Nelle foto si vedono tre uomini incappucciati, uno con il treno crociato simbolo della lotta No Tav fra le mani, attorno al blindato dell’Esercito, da cui esce un denso fumo bianco. "Chi rispetta la propria terra non la mette a ferro e fuoco. E se qualcuno pensa di chiamare questa ‘libertà’ si sbaglia di grosso – è la dura replica del governatore Alberto Cirio –. Le scene viste ieri si chiamano in un solo modo: delinquenza. E il Piemonte non si riconosce in tutto questo".

Condanna le violenze anche la sindaca M5s Chiara Appendino, da sempre contraria alla Torino-Lione: "Manifestare, protestare, contestare sono azioni sempre legittime e da tutelare in democrazia. La violenza invece non può e non deve trovare spazio", dice la prima cittadina. "Solidarietà incondizionata agli agenti di polizia feriti" arriva dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, e da numerosi parlamentari di centrodestra, che invocano "provvedimenti immediati e incisivi" e, per i violenti, l’incriminazione per terrorismo.

"La finalità di eversione dell’ordine democratico è chiara", sostiene la parlamentare Fd’I Augusta Montaruli, mentre Osvaldo Napoli, di Coraggio Italia, chiede al ministro Lamorgese di "assicurare alla giustizia gli autori delle aggressioni alle forze dell’ordine, cioè allo Stato, e processarli per direttissima".

red. int.