Follia no mask, in 700 accalcati al rave party

Festa abusiva nel Lodigiano dove c’è un focolaio di variante Delta: la polizia monitora, solo denunce. In Francia, invece, mandano le teste di cuoio

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di Mario Borra

MALEO (Lodi)

Un maxi rave party abusivo all’interno del terreno della vecchia cava in località cascina Ronchi, tra Maleo e Cornovecchio, in provincia di Lodi, ha fatto ballare, tra droga e alcol, più di settecento persone provenienti da diverse zone di Italia e dall’estero. Tra sabato e domenica, il ritmo martellante della musica techno è stata la colonna sonora della notte, tra le lamentele dei residenti delle cascine vicine e il costante controllo di carabinieri, polizia e finanza. Le forze dell’ordine hanno monitorato e tenuto sotto controllo la situazione fin dall’inizio, scegliendo di non intervenire, al contrario di quanto ha fatto la polizia francese una settimana fa a Redon, in Bretagna, disperdendo a manganellate i 1.500 partecipanti di un rave.

A Maleo l’afflusso di giovani, moltissimi dei quali senza mascherina, è cominciato alle 23. I partecipanti hanno raggiunto il posto designato con ogni mezzo: camper, roulotte, auto e persino a piedi, percorrendo la distanza di dieci chilometri, dalla stazione ferroviaria di Codogno fino alla zona in aperta campagna. I ragazzi sono arrivati richiamati dal tam tam su internet da diverse zone d’Italia, ma anche dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Germania. Gli organizzatori hanno rotto il lucchetto del cancello che sbarra l’accesso alla vecchia cava, oggi una zona brulla con un laghetto, ed hanno posizionato al suo interno il camion con le casse e una sorta di zona ristoro con bevande assortite con tanto di prezzi: dai 3 euro per una birra, ai 3.50 per un cocktail.

Quando è scattato l’allarme le forze dell’ordine, visto l’afflusso imponente, non hanno potuto far altro che ’scortare’ i ravers impedendo che si generassero situazioni di pericolo. È intervenuto anche il sindaco Dante Sguazzi che è rimasto sul posto fino alle 5.30 del mattino, entrando in un primo momento nell’area per verificare come si stava svolgendo la mega festa ("ho notato scambio di droga"). "La situazione per fortuna è rimasta tranquilla. Già in mattinata mi era stato detto che il rave sarebbe finito alle prime ore del pomeriggio", ha dichiarato il primo cittadino. E in effetti così è stato. Attorno alle 14.30, l’ultimo gruppetto di quattro-cinque persone si è allontanato a piedi. Il sindaco non nasconde la sua amarezza: "C’è preoccupazione perché le norme anti-Covid non sono state rispettate. In una zona come la nostra, con Maleo che ha subìto la grave situazione epidemiologica, è sicuramente un evento spiacevole che spero non si ripeta più". All’interno dell’ex cava la mascherina era probabilmente un optional e a Maleo nei giorni scorsi è scoppiato un focolaio Covid (undici casi in pochi giorni, con tre casi di contagi sicuri da variante Delta), ma nuovi posibili contagi a causa del rave party sembrano scongiurati, visto che i ragazzi hanno solo transitato alla spicciolata per il paese.

Le forze dell’ordine hanno controllato il viavai dei partecipanti e sono stati identificati e denunciati alcuni tra i presunti organizzatori del rave party. La loro posizione è al vaglio dell’autorità giudiziaria. Contemporaneamente, è stato anche sequestrato materiale audio. Francesco Bergamaschi, presidente del Parco Adda Sud all’interno del quale si trova la cava dove si è svolto il rave party, annuncia che "le nostre Gev, Guardie ecologiche volontarie, hanno rilevato gli illeciti amministrativi commessi, come il transito e la sosta non consentiti in quest’area, che verranno sicuramente sanzionati. Non spetta a noi – aggiunge – , ma fossi il privato denuncerei questa intrusione nella mia proprietà, giusto per non alimentare l’idea che si può fare tutto senza rischiare nulla". Insieme alla preoccupazione di nuovi contagi, a Maleo il rave ha lasciato parecchia immondizia: gli organizzatori hanno impilato 35 sacchi neri pieni di rifiuti, che toccherà al Comune smaltire.