Venerdì 19 Aprile 2024

Foibe, i morti che non sono uguali per tutti

Beppe

Boni

Le date che ricordano tragedie o celebrano eventi solenni sono importanti se il valore che ad esse viene attribuito non si ferma solo alle cifre scritte sul calendario. Giorno, mese, anno e tanti saluti. La memoria è l’anima di un Paese civile, anche per chiudere a volte antiche ferite e divisioni del passato. Gli eventi tragici spesso si portano dietro il tormento di fronti opposti restii alla riconciliazione. Fra tre giorni, il 10 febbraio, è il Giorno del ricordo, istituito anni fa dopo un travagliato percorso politico, per non dimenticare il martirio degli italiani vittime delle foibe, le cavità carsiche nelle quali le milizie comuniste di Tito gettarono migliaia di persone verso la fine (e anche dopo) della seconda guerra mondiale. Erano colpevoli solo di vivere in Istria e Dalmazia. L’anniversario segue la Giornata della memoria, 27 gennaio, che ricorda l’Olocausto. Per molto tempo le foibe sono state un tabù, mai del tutto accettate da certa sinistra semi negazionista. Oggi l’ ostilità si è in parte sciolta, almeno alla data in cui enti pubblici, associazioni e la politica si tolgono il cappello come per l’Olocausto. Ma ciò che furono le foibe non è entrato ancora del tutto nella celebrazione senza date, nell’insegnamento e nell’educazione dei ragazzi, affinchè si dica mai più. Però non è mai troppo tardi. La città dove è nato il Tricolore, Reggio Emilia, ha perso una occasione. La commissione toponomastica ha bloccato l’intitolazione di una strada a Norma Cossetto, la giovane violentata, torturata e gettata nelle foibe dai partigiani slavi, colpevole solo di avere avuto un padre fascista. Il consiglio comunale aveva già dato l’ok anche perchè il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le conferì una medaglia d’oro al valor civile nel 2005. Altri Comuni come Bolzano, Gorizia, Narni e Fano, le hanno già dedicato una via. Più limpido di così... Reggio Emilia si è fermata dinanzi al no di un membro della commissione rappresentante dell’Anpi. Peccato. Una accelerazione per il sì a pochi passi dal Giorno del ricordo sarebbe stata una scelta radiosa e di grande umanità.