Martedì 23 Aprile 2024

Foggia, 4 morti in un agguato. Tra le vittime un boss e due testimoni casuali

Spari vicino alla stazione di San Marco in Lamis. L'agguato sarebbe la risposta a un duplice omicidio avvenuto nel maggio scorso

Agguato a Foggia, 4 morti. Gli inquirenti sul luogo della sparatoria (Ansa)

Agguato a Foggia, 4 morti. Gli inquirenti sul luogo della sparatoria (Ansa)

Roma, 9 agosto 2017 - Agguato in pieno giorno nel Foggiano con un commando di killer che per uccidere un boss non ha esitato a compiere una strage assassinando anche il suo autista e due contadini colpevoli solo di aver assistito al delitto. La sparatoria è avvenuta vicino alla vecchia stazione di San Marco in Lamis. Quattro persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco in un agguato: i killer, un commando si 4 o 5 persone, non sono ancora stati identificati ma avrebbero aggredito gli occupanti di due auto a colpi di kalashnikov. Tre delle vittime sono morte sul posto, il quarto è deceduto nell'oespedale di San Severo. L'agguato è avvenuto sulla strada provinciale 272 tra Apricena e San Severo, altri due Comuni dove recentemente sono avvenuti omicidi a causa della lotta tra clan per la spartizione degli affari illeciti sul territorio.

image

Secondo quanto ricostruito le vittime erano a bordo di due mezzi, un Fiorino ed una vettura Wolkswagen, quando sono state affiancate da un'altra auto sulla quale c'era il commando. I killer avrebbero sparato prima contro il Maggiolone, uccidendo le due persone che erano a bordo e per poi inseguire le altre due sul Fiorino, uccidendo sul colpo uno dei due e ferendo gravemente l'altro che è poi morto in seguito.

Domani pomeriggio il ministro Marco Minniti presiederà il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza.

TESTIMONI CASUALI - Erano nel posto sbagliato al momento sbagliato due delle quattro vittime dell'agguato: si tratta di due agricoltori imparentati fra loro, che si sarebbero trovati casualmente sul posto dell'agguato e che non avevano alcun legame con il probabile, vero bersaglio dei killer. Il cadavere di uno dei due è stato trovato in un'auto, l'altro fuori, circostanza che dimostra, probabilmente, di un inutile tentativo di scampare ai proiettili dei sicari. In questo secondo caso si tratterebbe di un'esecuzione in piena regola.

IPOTESI FAIDA -  L'agguato sarebbe la risposta a un duplice omicidio avvenuto nel maggio scorso. I quattro morti di oggi sarebbero la reazione all'uccisione di Antonio Petrella e del nipote Nicola Ferrella, ammazzati a colpi di kalashnikov nel mercato don San Marco in Lamis.

Tra le quattro vittime dell'agguato c'è il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell'omonimo clan che negli ultimi anni si è contrapposto al clan dei Libergolis nella cosiddetta faida del Gargano. Con lui, a bordo della vettura, c'era il cognato, Matteo De Palma, che gli faceva da autista, anche lui morto all'istante. Obiettivo del commando - secondo gli investigatori - era Romito.

Luciano Romito, il presunto boss ucciso nel Foggiano (Ansa)
Luciano Romito, il presunto boss ucciso nel Foggiano (Ansa)

IL BOSS SCMPATO A MOLTI AGGUATI - Era sfuggito ad altri agguati, Mario Luciano Romito. Tra gli episodi più eclatanti, quello avvenuto il 18 settembre del 2009: il boss uscì illeso da un attentato dinamitardo mentre si stava recando, col fratello Ivan, alla caserma dei carabinieri dove aveva l'obbligo di firma. Il cofano dell'auto sulla quale viaggiavano saltò in aria a causa di una bomba.  Romito è stato inoltre coinvolto nel blitz contro la faida del Gargano portato a termine dai carabinieri il 23 giugno del 2004, ma due anni più tardi venne assolto da tutte le accuse. Nel 2009 venne ucciso invece il fratello, Franco Romito, che da anni aveva svolto un ruolo di confidente dei carabinieri e aveva persino partecipato con i carabinieri a posti di blocco per riconoscere alcuni latitanti della mafia garganica.  All'uccisione di Franco Romito seguirono varie feroci esecuzioni con una scia di morti, tra cui il figlio di lui, il ventitreenne Michele, freddato il 27 giugno del 2010 in un agguato mentre era in auto con lo zio, Mario Luciano Romito, scampato alle pallottole e ferito in maniera lieve.  La strage di oggi si inserirebbe in una nuova guerra fra clan del Gargano: con i morti di oggi sono 17 le persone ammazzate dall'inizio dell'anno e ci sarebbero anche due lupare bianche.

EMILIANO - "Quello che è accaduto questa mattina a San Marco in Lamis è un fatto gravissimo. Ancor più doloroso se fosse confermato che a perdere la vita sono state anche due persone innocenti, barbaramente inseguite e uccise solo perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato", commenta il presidente della regione Puglia Michele Emiliano. "Sono in contatto con il Comandante della Legione Carabinieri Puglia, Gianni Cataldo, per avere aggiornamenti - ha aggiunto- di fronte a un delitto così brutale, la Regione Puglia è pronta a reagire con ogni mezzo contro la mafia, al fianco della magistratura e delle forze dell'ordine, costituendosi parte civile nel processo che verrà, facendo ogni sforzo per contrastare e debellare fenomeni criminali che nella nostra terra non possono avere diritto di cittadinanza".